PESARO SALA DELLA REPUBBLICA, TEATRO ROSSINI _ H18
FRANCESCO MARILUNGO/ KÖRPER
CANTIERE APERTO PER
CANI LUNARI
4 MAGGIO
PESARO CHIESA DELL’ANNUNZIATA _ H 18
[residenza di allestimento]
FLAVIO CAPUZZO DOLCETTA, JONATHAN LAZZINI, SEBASTIAN LUQUE HERRERA
CANTIERE APERTO PER
VERBÒ
GIOVANNI TESTORI
9 MAGGIO
SAN COSTANZO TEATRO DELLA CONCORDIA _ H 21.15
11 MAGGIO
SAN LORENZO IN CAMPO TEATRO TIBERINI_ H 21.15
CIRO MASELLA, FRANCESCO VILLANO
L’ETERNO MARITO
FËDOR DOSTOEVSKIJ / DAVIDE CARNEVALI
CLAUDIO AUTELLI
[spettacolo sostenuto nell’ambito di
NEXT 2024/2025 progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo]
10 MAGGIO
PESARO TEATRO SPERIMENTALE
MARIO SCANDALE
PROGETTO PRIMAVERE / LA GLORIA + INCENDI
H 18.30LA GLORIAPRIMO CAPITOLO
FABRIZIO SINISI
ALESSANDRO BAY ROSSI, DARIO CACCURI, MARINA OCCHIONERO
H 21INCENDISECONDO CAPITOLO
ALESSANDRO BAY ROSSI, DARIO CACCURI, ANDREA SORRENTINO, ZOE ZOLFERINO
17 MAGGIO
PESARO SPAZI DELLA CITTÀ
PESARO FOCUS DANZA FESTIVAL 2025
H 17 Sala della Repubblica, Teatro Rossini
YOY PERFORMING ARTS
FIORI ASSENTI
H 18 Salone Nobile di Palazzo Gradari “Antonia Pallerini”
PARINI SECONDO X BIENOISE
HIT OUT
H 19 Teatro Rossini
FRANCESCO MARILUNGO / KÖRPER
STUPOROSA
H 21,30 Teatro Sperimentale
COMPAÑÍA SHARON FRIDMAN
GOFIGURE
H 23Chiesa dell’Annunziata
BLANCA LO VERDE
PER-SONA
25 MAGGIO
PESARO SALA DELLA REPUBBLICA, TEATRO ROSSINI _ H 18
[residenza di allestimento]
SILVIA CALDERONI, ILENIA CALEO
TEMPORALE
{A LESBIAN TRAGEDY}
[STUDIO]
27 MAGGIO
PESARO TEATRO SPERIMENTALE_ H 21
ALESSANDRO BANDINI, ALFONSO DE VREESE
COME NEI GIORNI MIGLIORI
DIEGO PLEUTERI
LEONARDO LIDI
7 GIUGNO
FANO TEATRO DELLA FORTUNA _ H 21
TINDARO GRANATA
VORREI UNA VOCE
COMUNICATO STAMPA
TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con 10 Comuni del territorio, si conferma palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei per la ventunesima edizione realizzata con il contributo di Regione Marche e MiC a Pesaro, Fano (in collaborazione con Fondazione Teatro della Fortuna), Urbino, Cagli, Jesi (in collaborazione con Fondazione Pergolesi Spontini), Mombaroccio, San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Senigallia e Urbania.Il programma offre uno sguardo su teatro, danza e musica “al presente” a 360 gradi con 31appuntamenti da febbraio a giugno 2025.
L’inaugurazione il 9 febbraio a Pesaro (Sala della Repubblica, Teatro Rossini) è con il pluripremiato Tre lirichedi Eat the catfishcon Dario Caccuri, Chiara Ferrara e Jacopo Neri che firma anche la regia. Il lavoro esplora il nesso tra amore e paura nell’arco di una relazione di tre annimescolando elementi narrativi e poetici con una partitura musicale acustica ed elettronica.Il 22 febbraio la Chiesa dell’Annunziata di Pesaro apre le porte a Regola, suite in 9 quadri ispirata a Hildegard von Bingen (1098-1179), una straordinaria performance di NicoNote, artista poliedrica e sperimentatrice, nella quale voce ed elettronica creano un’esperienza rituale ed emozionale.Frammenti scomposti di un drammatico interno familiare nel testo di Fabio Pisano De/frammentazione di dramma assolutomesso in scena da Michele Segreto per Servomutoteatro il 27 febbraio al Teatro Valeria Moriconi di Jesi e il 15 marzo al Comunale di Mombaroccio. In scena tre attori interpretano i diversi ruoli di una vicendacalata nel quotidiano di una coppia. Capolavoro di Jean Genet, Le serve giunge in scena il 1 marzo al Teatro Sperimentale di Pesaro per la regia di Veronica Cruciani come perfetto congegno di teatro nel teatro che mette a nudo la menzogna della scena. Il ruolo di Madame è affidato a Eva Robin’s, icona pop del transgender dall’originale percorso teatrale, affiancata da Noemi Apuzzo e Matilde Vigna, Premio Ubu come Migliore attrice Under 35.Dopo aver esplorato il mondo degli ultimi, dei reietti, dei perdenti, Carrozzeria Orfeo indaga in Salveremo il mondo prima dell’alba l’11 marzo al Teatro Rossini di Pesaro il mondo del benessere e dell’apparente successo, grazie a uno sguardo sempre lucido e disincantato, che coglie, con ironia e divertimento, i paradossi, le contraddizioni e le deformazioni della realtà.Danse Macabre!di Jacopo Jennail 18 marzo al Teatro Sanzio di Urbino è un invito a danzare verso l’ignoto, ricercando un'esperienza di spostamento percettivo dello spettatore, sondando la materia oscura dell’immaginazione.Kiiōtō atteso al Teatro Sperimentale di Pesaro il 21 marzo - opening act Emma Tricca - è il nuovo affascinante progetto di Lou Rhodes – cantante nominata al Mercury Music Prize, splendida indimenticabile voce e co-fondatrice dei Lamb (band di Manchester considerata tra le più importanti ed influenti della scena musicale elettronica alternativa di fine anni 90) - e del pluripremiato musicista/cantautore di successo Rohan Heath. Quattro corpi abbandonati alla danza, in Amour, acide et noix di Daniel Léveillé Dance (23 marzo, Sperimentale di Pesaro) parlano di solitudine ma anche e soprattutto dell'infinita tenerezza del tatto, della durezza della vita e del desiderio di evitare o fuggire da questi corpi, spesso così pesanti (presenza di nudo integrale in scena).Giorgina Pi firma la regia di Lemnos,al Pergolesi di Jesi il 26 marzo, econ alcuni interpreti storici della compagnia Bluemotionoffre una riflessione sul mito di Filottete, confrontandosi con l’omonima tragedia di Sofocle e con le vicende biografiche di tante persone antifasciste greche, in primo luogo il grande poeta Ghiannis Ritsos.Edison Studio il 29 marzo al Teatro Comunale di Cagli propone dal vivo una nuova colonna sonora originale di quello che forse è il più visionario tra i film muti, Metropolis di Fritz Lang, realizzando un’originale composizione che mescola e fa interagire tra loro suoni di diversa natura.Guido Saudelli, diretto da Luca Pizzurro, porta in scena il 29 marzo al Teatro Bramante di UrbaniaIl figlio del magistrato, con protagonista un ragazzo di vent’anni con sogni, ambizioni, fragilità e speranze. La domanda da cui parte l’autore è semplice e allo stesso tempo articolata: come cambia la vita di un ragazzo costretto a vivere sotto scorta?MDLSX (Urbino, Teatro Sanzio 31 marzo) è un viaggio teatrale dell’attrice e performer Silvia Calderoni. Frammenti d’autobiografia, playlist di una vita mixate dal vivo, assieme a innesti e parallelismi con la storia di Cal/Calliope l’ermafrodito protagonista del romanzo Middlesex di Jeffrey Eugenides, creano un cortocircuito postmoderno per una nuova performance di Motus androgina e animalesca, sincera e mozzafiato.«In un’epoca di macerie non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta, soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco»: Alessandro Serra in Tragùdia. Il canto di Edipoil 2 aprile al Teatro La Fenice di Senigallia riscrive il mito di Edipo per il pubblico di oggi, usando il testo antico come canale di connessione con una dimensione più alta e collettiva del sapere. Una maratona per gli appassionati di danza per conoscere nuovi talenti regionali: Sotto a chi danza! Il 10 aprile è una serata dedicata alle performance di giovani artisti marchigiani che nella suggestiva Rotonda a Mare di Senigallia presentano in formato breve i propri lavori. In una intensa partitura visiva, di parole e sentimenti, Antonio Latella regista, indiscusso maestro del teatro europeo, e anche autore con Federico Bellini, affronta l’11 aprile allo Sperimentale di Pesaro e il 12 aprile al Pergolesi di Jesi, con la forza e l’intelligenza dell’arte, il tema del femminicidio in Wonder woman affidandone l’interpretazione alle straordinarie Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara e Beatrice Verzotti.Vita meravigliosa il 16 aprile allo Sperimentale di Pesaro è un ritratto in versi e in musica di Patrizia Cavalli, tra i poeti italiani contemporanei più amati. Letti e interpretati da Iaia Forte, in un efficacissimo congegno narrativo sostenuto dalla musica e dalle canzoni di Diana Tejera, i versi fanno riconosceretutta la irresistibile felicità di questa poesia.Arriva in scena il 27 aprile a TeatrOltrein forma di “cantiere aperto”, al termine di una residenza di allestimento alla Sala della Repubblica del Teatro Rossini di Pesaro,Cani lunari, coreografia di Francesco Marilungo, una riflessione sulla magia intesa come sapere alternativo alla scienza positiva, un invito a recuperare alla nostra coscienza qualcosa del numinoso mondo delle streghe per provare a re-incantare il mondo.Ancora una residenza di allestimento, alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro, precede il debutto il 4 maggio di Verbòdi Giovanni Testori in forma di “cantiere aperto”, un progetto di Flavio Capuzzo Dolcetta, Jonathan Lazzini e Sebastian Luque Herrera. Il testo immagina un ultimo, disperatissimo incontro tra i due poeti maledetti, Verlaine e Rimbaud, in quello che Testori chiama “orlo”, un limbo, un luogo ultimo, il teatro.Siamo ancora in grado di esercitare la cura? Di essere padri, maestri, guide? Da questo provocatorio monito lanciato da Dostoevskij nasce L’eterno marito, in scena il 9 maggio a San Costanzo e l’11 maggio a San Lorenzo in Campo nell’adattamento di Davide Carnevali, un viaggio tra il sogno e la realtà dentro i movimenti dell’animo umano con Ciro Masella e Francesco Villano, per la regia di Claudio Autelli.Il 10 maggio al Teatro Sperimentale di Pesaro arriva in scena in due tappe il Progetto Primavere di Mario Scandale con il capitolo primo La Gloria(alle ore 18.30) e il secondo Incendi(alle ore 21), testi di Fabrizio Sinisi.La Gloria con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero è ambientato a Vienna e incentrato sulla vicenda del giovanissimo Hitler e delle sue ambizioni artistiche.Incendi– con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Andrea Sorrentino, Zoe Zolferino - si svolge a Berlino all’inizio degli anni Trenta e indaga quel fragile territorio di frontiera che è la giovinezza e la sua relazione, ora come allora, con il mondo esterno.Il 17 maggio con Pesaro Danza Focus una festa della danza esplode in città. Si inizia alle ore 17 alla Sala della Repubblica con Fiori assenti di YoY Performing Arts, performance di Emma Zani e Roberto Doveriispirata al ciclo di opere pittoriche di Albano Morandi. Alle ore 18 al Salone Nobile di Palazzo Gradari “Antonia Pallerini” in Hit outil rumore del battito della corda, saltata con perizia dalle quattro performer della giovane compagnia Parini Secondo, è parte integrante di un pezzo sintetico, dance e pop. Il risultato è scaturito da una collaborazione fra la compagnia e il produttore Bienoise per studiare la bellezza atletica e sonora del salto della corda. Premio Ubu 2024 “Migliore spettacolo di danza”, Stuporosa di Francesco Marilungo attende il pubblico alle ore 19 al Teatro Rossini. La performance per cinque interpreti vuole essere un invito a riflettere sullo stato di lutto, sulla necessità umana di un istituto culturale condiviso, di un rito comunitario, per superare momenti di crisi individuali. ll regista e coreografo Sharon Fridman presenta al Teatro Sperimentale (ore 21.30) Go Figure, lavoro sulla diversità in cui il danzatore “riconosce” il funzionamento del proprio corpo e lo trasforma in un ponte per connettersi con l’altro. Pesaro Danza Focus volge al termine alle ore 23 alla Chiesa dell’Annunziata con Per-sona di Blanca Lo Verde sulle musiche di Tom Waits edEinstürzendeNeubauten, il corpo-voce incontra un sovraccarico di immagini e di pensieri, navigando nello spazio intermedio.«Stiamo lavorando su un dispositivo scenico e compositivo per spazializzare le emozioni e tradurle in movimenti, ambienti e atmosfere climatiche ad alta intensità, molto agitate” raccontano Silvia Calderoni e Ilenia Caleo a proposito di Temporale {a lesbiantragedy}presentato in forma di studio alla Sala della Repubblica di Pesaro il 25 maggio al termine di una residenza di allestimento.Leonardo Lidi, vicedirettore della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, sceglie di guidare al debutto uno dei suoi allievi, Diego Pleuteri, in Come nei giorni migliori allo Sperimentale di Pesaro il 27 maggio. Lo spettacolo si interroga su che cosa significa amare, su cosa compone davvero un amore. Con Alessandro Bandini e Alfonso De Vreeseil lavoro diventa la lente per questa ricerca, per farla nascere e sostenerla più che per concluderla davvero.ConVorrei una voceil 7 giugno al Teatro della Fortuna di Fano si avvia alla conclusione il lungo viaggio di TeatrOltre. Scritto e interpretato da un attore amatissimo come Tindaro Granata, lo spettacolo è frutto di un intenso percorso creativo realizzato con le detenute di alta sicurezza della casa circondariale di Messina. Il fulcro di questo monologo, costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.
Particolarmente conveniente per seguire TeatrOltreè la formula del carnet, con 2 tipologie previste: Carnet Gold 8 spettacoli a scelta a55 euro, Carnet Silver5 spettacoli a scelta a 40 euro. Informazioni e prevendite AMAT 071 2072439 e circuito vivaticket, anche on line.
9 FEBBRAIO
PESARO
SALA DELLA REPUBBLICA
TEATRO ROSSINI
H 21
TRE LIRICHE
conDario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri
regia e drammaturgia Jacopo Neri
musiche originali Enrico Truffi
produzione Eat the catfish
in collaborazione con A.C. Xenia
spettacolo vincitore dei festival
Direction under 30[Gualtieri, 2023]
Intransito[Genova,2023]
Pillole[Roma, 2023]
finalista al festival In‐box[Siena, 2024]
Parte di una trilogia avviata nel 2020, quando il contatto umano era pervaso da una minacciainvisibile, Tre liriche esplora il nesso tra amore e paura nell’arco di una relazione di tre anni: paura delcoinvolgimento, durante le prime fasi del rapporto, paura della perdita, mentre il sentimento si fa piùstabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine. Lungo il corsodello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani,adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezzatotale.
Dal punto di vista drammaturgico, i tre attori presenti in scena incarnano le diverse parti di una solaidentità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica,quella emotiva, che cerca costantemente di mediarlo, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nelmondo tutto il carico dionisiaco del dolore.
In accordo alla complessità delle tematiche trattate, Tre liriche si serve di linguaggi fortemente ibridi: unostile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo classico; unapartitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo estudio dell’espressività vocale al microfono.
22 FEBBRAIO
PESARO
CHIESA DELL’ANNUNZIATA
H 21
NICO NOTE
REGOLA
suite in 9 quadri ispirata Hildegard von Bingen (1098-1179)
in scena NicoNote
ideazione, drammaturgia NicoNote
sound design Demetrio Cecchitelli
produzione performance live NicoNote Dream Action
con il sostegno di ICE festival International EcrituresContemporaines, Marzi Recording Studio
si ringraziano Mas Collective, Roberto Cacciapaglia, Luigi Garbini
Vulkano Ravenna Teatro, Spazio Grottarossa Rimini
Performance per voce ed elettronica immersiva. Drammaturgia e suono in una traslazione contemporanea, rituale ed emozionale.
Regola, è una performance sonora ispirata alla figura di Ildegarda di Bingen, mistica, santa, filosofa, del Medioevo europeo, composto da Nove tavole sonore. Nove, come i momenti di lavoro e di preghiera nella giornata di una monaca. Punto di partenza la struttura gregoriana, dalle composizioni e alcuni testi ed estratti liederistici della produzione epistolare, poetica e musicale di Ildegarda, insieme a testi estratti dal libro della Regola benedettina che NicoNote ha rielaborato, insieme a testi originali da lei composti.La vocalità di NicoNote è sganciata dalla struttura gregoriana; a partire dalle composizioni di Hildegard attraverso un approccio non filologico, l’artista dà una rilettura personale, che punta all'evocazione di un sentire profondo, con immersioni nel paesaggio sonoro creato, creando un corpo unico tra la voce e il suono magma. Un rito sonoro coinvolgente, in cui risuona il mondo interiore, attraverso il respiro e l’ascolto immersivo tra elettronica, voce, spazio.
NicoNote alias artistico creato nel 1996 da Nicoletta Magalotti sound poetryartist, autrice, performer e cantante. Agisce nei territori di musica, teatro, installazioni, clubbing, radiofonia, con produzioni artistiche e curatele. Nel 2010 crea la sigla NicoNote Dream Action, per indicare il suo gruppo di lavoro, costellazione fluttuante e nomade.
Dai Violet Eves band d’esordio amata da Pier Vittorio Tondelli, al teatro di Romeo Castellucci e Socìetas Raffaello Sanzio dal Morphine del Cocoricò con Dj David Love Calò, al teatro musicale di Francesco Micheli, alle regie di Silvia Costa passando allo Storytelling con Luca Scarlini, NicoNote si è dedicata in parallelo alla realizzazione di drammaturgie e performance sonore. La sua ricerca vocale è intrecciata all’incontro di maestri quali Yoshi Oida, Roy Hart Theatre, AkademiaRuchu, Gabriella Bartolomei, Francois Tanguy. Discografia dal 1985 ad oggi con tour musicali e teatrali in tutta Europa, Canada, Argentina, Brasile. Pubblica su Rizosfera, Mille Plateaux, Music from Memory, Cinedelic e altre. Conduce regolarmente masterclass sulla Voce. Collabora con Tempo Reale Firenze e Accademia Kataklò Milano. Recentemente NicoNote ha contribuito allo spettacolo di teatro musicale sperimentale Buffalo Gals, won'tyou come out tonight, basata sull'omonima favola utopica di Ursula K. Le Guin, regia di Silvia Costa e musiche di SolistenensembleKaleidoskop e dei compositori Andrea Belfi e Wojtek Blecharz, prodotto e rappresentato a Radialsystem Berlino, luglio 2024. In uscita nel settembre 2024 il concept album REGOLA vinile e digitale per New InterplanetaryMelodies& Big Doings. Syntonicè il suo programma mensile su Radio Raheem.
27 FEBBRAIO
JESI
TEATRO VALERIA MORICONI
H 21
15 MARZO
MOMBAROCCIO
TEATRO COMUNALE
H 21.15
DE/FRAMMENTAZIONE
DI DRAMMA ASSOLUTO
Con Incursioni a Latere di Io Epico
Ovvero
Una Storia di Impossibilità
drammaturgia Fabio Pisano
con Francesca Borriero, Michele Magni, Roberto Marinelli
regia Michele Segreto
assistente alla regia Irene Latronico
costumi Alessandra Faienza
disegno luci Martino Minzoni
produzione servomutoTeatro, Liberaimago
con il sostegno di AMAT
in collaborazione con RAM – Residenze Artistiche Marchigiane
progetto promosso da MiCe Regione Marche
con il supporto del progetto di residenza artistica Teatro Le Forche – Futuro Prossimo Venturo 2024
con il sostengo di Circuito CLAPS/IntercettAzioni
spettacolo sostenuto nell’ambito di NEXT 2024/2025 progetto di Regione Lombardia
ZERO e UNO sono amici, ma amici di vecchia data.
La moglie di UNO è moglie, ma non di così vecchia data.
Vorrebbero un figlio, marito e moglie, ma la natura, si sa, non è sempre benigna e in più, il caso vuole, si sta parlando di personaggi
e dunque, se anche fosse, la pancia sarebbe nient’altro che un cuscino.
Che cosa avviene, dunque?
Chi ci può aiutare a rendere possibile una storia di impossibilità?
Un amico, certo. Ma anche delle didascalie. Anzi: un didascalista.
La prima lettura del testo di Fabio Pisano lascia sorpresi dalla vivacità lessicale dei personaggi e dalle intuizioni, squisitamente drammaturgiche e meta-teatrali che contiene.
E tuttavia, la prima lettura termina con l’impressione che la regia sia almeno in parte già scritta: sono descritte le azioni, è descritto lo spazio scenico (pressoché vuoto), sono descritti (meglio: sono detti) i silenzi, le emozioni, i pensieri. Ma sarebbe un errore fermarsi a queste prime impressioni.
Perché nella griglia prestabilita di azioni e reazioni, che il testo delinea, esiste in realtà la possibilità di far germinare, nella penetrazione del testo da parte degli attori, le situazioni e gli sguardi, di significare i silenzi in linea o in contrasto, di porre la scena, commentata dal didascalista, in lotta con le sue indicazioni. In altri termini, si può scegliere di tradire o di assecondare.
Questo tipo di lavoro, che prevede di muoversi nella costruzione registica quasi una riga alla volta, diviene necessario, a mio avviso, perché il testo sprigioni tutte le sue potenzialità e non rimanga artificio retorico, esperimento letterario; così da traboccare di teatro.Michele Segreto
1 MARZO
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
LE SERVE
di Jean Genet
traduzione Monica Capuani
adattamento Veronica Cruciani
con Eva Robin’s, Noemi Apuzzo, Matilde Vigna
regia Veronica Cruciani
scene Paola Villani
costumi Erika Carretta
drammaturgia sonora John Cascone
co-produzione CMC/Nidodiragno, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Bolzano
Capolavoro di Jean Genet, liberamente ispirato a un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica francese negli anni Trenta, Le serve è un perfetto congegno di teatro nel teatro che mette a nudo la menzogna della scena, “uno straordinario esempio di continuo ribaltamento tra essere e apparire, tra immaginario e realtà”, nelle parole di Jean-Paul Sartre.
La storia scritta da Genet è quella di due cameriere che allo stesso tempo amano e odiano la loro padrona, Madame. Le serve hanno denunciato il suo amante con delle lettere anonime. Venendo a sapere che l’amante sarà rilasciato per mancanza di prove, e che il loro tradimento sarà scoperto, tentano di assassinare Madame, falliscono, vogliono uccidersi a vicenda; una di esse si dà la morte.
Genet presenta le due sorelle, Solange e Claire, nella loro vita quotidiana, nell’alternarsi fra fantasia e realtà, fra gioco del delirio e delirio reale. A turno le due cameriere recitano la parte di Madame, esprimendo così il loro desiderio di essere “la Signora” ed ognuna di loro, a turno, interpreta la parte dell’altra cameriera, cambiando lentamente atteggiamento, dall’adorazione al servilismo, dagli insulti alla violenza. La rivolta delle serve contro la padrona –spiega la regista Veronica Cruciani che cura anche l’adattamento con la traduzione di Monica Capuani – non è un gesto sociale, un’azione rivoluzionaria, è un rituale. Questo rituale è l’incarnazione della frustrazione, l’azione di uccidere l’oggetto amato ed invidiato non potrà essere portata a compimento nella vita di tutti i giorni, viene ripetuta all’infinito come un gioco. Tuttavia questo gioco non raggiunge mai il suo apice, la messa in scena che le due sorelle compiono viene continuamente interrotta dall’arrivo della padrona. Secondo Sartre questo fallimento è inconsciamente insito nel cerimoniale stesso che le serve mettono in scena; il tempo sprecato nei preliminari non porterà al compimento del rituale. Anzi questo rituale diventa un atto assurdo, è il desiderio di compiere un’azione che non potrà mai superare la distanza che separa il sogno dalla realtà. Una fallimentare ripetizione magica, il riflesso deformato del mondo dei padroni, che le serve adorano, imitano, disprezzano.
Il ruolo di Madame è affidato a Eva Robin’s, icona pop del transgender dall’originale percorso teatrale (ha recitato, fra gli altri, Cocteau e Beckett ed è stata candidata al Premio Ubu per Tutto su mia madre). A interpretare le bonnes, due giovani attrici cresciute alla Scuola dello Stabile di Torino: Beatrice Vecchione,giàdiretta da Malosti, Martone e Muscato,e Matilde Vigna, Premio Ubu come Migliore attrice Under 35 e finalista 2022 per il Miglior nuovo testo italiano.
11 MARZO
PESARO
TEATRO ROSSINI
H 21
SALVEREMO IL MONDO
PRIMA DELL’ALBA
uno spettacolo diCarrozzeria Orfeo
drammaturgiaGabriele Di Luca
con [in o.a.] Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano
Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati
regiaGabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
assistente alla regia Matteo Berardinelli
consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON
musiche originali Massimiliano Setti
scenografia e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
creazioni video Igor Biddau
con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino
coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna
“L’arboreto – TeatroDimora | La Corte Ospitale
In un mondo sempre più individualista, dominato da un tempo schizofrenico e performativo, ilprezzo da pagare anche per ivincentisono l’angoscia e il terrore del fallimento che, oggi piùche mai, portano le persone a soffrire di panico sociale, insonnia e insoddisfazione cronica.
Salveremo il mondo prima dell’albaè il racconto della vita di alcuni ospiti in una clinica diriabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica dei super ricchi,specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee (sessuali, affettive, da lavoro, dapsicofarmaci). Sono tutti vittime di queste e del proprio egoismo, prodotti di un mondodoveparole come comunità e gentilezza sono quasi del tutto bandite se non per esserestrumentalizzate a fini propagandistici e commerciali. Ciò che ne rimane è un’umanità confusae impaurita, sopraffattadall’ossessione di questo continuo doversivendere, con il terrore chenessuno ti voglia mai comprare.
18 MARZO
URBINO
TEATRO SANZIO
H 21
DANSE MACABRE!
ideazione, coreografia, video, regiaJacopo Jenna
danza e collaborazioneRamona Caia, Andrea Dionisi, Francesco Ferrari, Sofia Galvan
collaborazione artistica e testi Roberto Fassone
suono Alberto Ricca - Bienoise
luci Mattia Bagnoli
costumi Eva di Franco
shooting video Matteo Maffesanti
produzione Klm - Kinkaleri
co-produzione Tanzhausnrw Düsseldorf
progetto vincitore del Premio CollaborAction #6
CollaborAction XL | azione Network Anticorpi XL supporto per la danza d’autore
selezionato per NID Platform 2024
progetto realizzato con il contributo di
EFFEA – European Festivals Fund for Emerging Artists
co-founded by the European Union
Progetto Étape Danse sostenuto da Mosaico Danza/ Festival Interplay con FondazionePiemonte dal Vivo e Festival Torino Danza, Bureau du Théâtre et de la Danse à Berlin, FabrikPotsdam, La Maison centre de développement chorégraphique national Uzès Gard Occitanie,Théâtre de Nîmes
Istituto Italiano di Cultura di Colonia | MiC-Direzione generale arti performative
MAD – Murate Art District, Centrale Fies, IntercettAzioni-Centro di Residenza Artistica dellaLombardia
ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azionedella Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – TeatroDimora di Mondaino, Santarcangelo dei TeatriFuorimargine – Centro di produzione di danza earti performative della Sardegna
Danse Macabre! è un invito austero a danzare verso l’ignoto, legandoe affermando relazioni con il mondo attuale, ricercando attraverso unacommistione visionaria tra corpi danzanti, film, testi, musicaelettronica e luce. Le figure si specchiano e si raddoppiano, penetranola propria immagine e diventano non solo interpreti ma ancheincarnazioni del movimento sul palco.La danza propria dei morti è una delle tematiche iconografiche piùsviluppate nella storia dell’arte occidentale, fece emergere un pensieropiù complesso sulla realtà, riflettendo anche sul concetto più generaleche ogni movimento sopramondano e dell’aldilà sia danza: danzano lestelle, gli dei, gli spiriti, la natura.Attraverso l'inclusione di un film come terzo elemento dellacostruzione scenica, la performance ricerca un'esperienza dispostamento percettivo dello spettatore, sondando la materia oscuradell’immaginazione.Immaginare significa creare immagini interne, senza regole fisse, ecollegarle fra loro fino a creare fantasie o storie che esistono dentro dinoi e non nella realtà.
Parte dai materiali visivi sono stati pensati insieme all’artista RobertoFassone, creando un’entità altra attraverso dei testi che riflettonoinsieme al pubblico sul concetto di aldilà. La danza si manifesta informe mutevoli tentando di liberarsi dalla violenza dellarappresentazione, oscillando tra poli differenti per accostamenti,rendendo visibile l’invisibile in una tensione ipercosciente fra la vita ela morte.
21 MARZO
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
KIIŌTŌ
[feat. LOU RHODES of LAMB]
IN CONCERTO
opening act EMMA TRICCA
Lou e Rohan condividono le radici nella scena musicale di Manchester dei primi anni Novanta, anche se fino a qualche anno fa le loro strade si erano incontrate solamente due volte. «Era un po’ distaccata a dire il vero» dice Rohan parlando del loro secondo incontro nel backstage con alcuni amici in comune. Saltando al 2021, alla fine del lockdown, quegli stessi amici chiedono a Rohan di collaborare a un brano a cui stavano lavorando, lui allora contatta Lou per scrivere il testo della canzone. «C’era qualcosa nel modo in cui comunicava che mi interessava, persino nelle e-mail - dice Lou -, stavo per iniziare un corso di Laurea in Poesia e ormai mi ero piuttosto allontanata dalla musica e Rohan stava scrivendo un romanzo, però abbiamo comunque deciso di vederci per un caffè».
Da qui è nata una relazione e i due sono diventati inseparabili. Il brano in questione è stato messo da parte, entrambi all’apparenza troppo assorbiti dai loro progetti letterari per trovare il tempo da dedicare alla musica. Ma il pianoforte nella cucina di Lou aveva un’altra idea e li ha trascinati ancora una volta in un mondo che pensavano di aver abbandonato. «Mi sono messo a suonare - dice Rohan - Lou cucinava mentre io improvvisavo, poi ha cominciato a cantare su quello che stavo suonando. Ci ripetevamo che non avremmo dovuto lavorare insieme ma quel progetto non voleva saperne di lasciarci in pace. Prima di rendercene conto - aggiunge - le canzoni hanno cominciato ad arrivare. La sinergia musicale che ne è seguita era accresciuta dal fatto che entrambi volevamo creare qualcosa che non avesse vincoli o restrizioni, sicuramente non qualcosa che dipendesse dalle aspettative dell’industria musicale».
Lou aggiunge «è stato il modo in cui Rohan suonava – quelle sonorità aperte e tinteggiate di jazz - a coinvolgermi. Sono stata da sola per un certo periodo, specialmente durante il lockdown e mi sono chiusa in me stessa, ho convogliato tutta la mia creatività nella poesia e ho creduto che il mio tempo per fare musica fosse finito. Durante quel periodo, però, è probabile che mi sia immersa più profondamente nell’ascolto della musica. Quindi quando Ro ha cominciato a suonare, le canzoni sono venute fuori quasi involontariamente. Kiiōtō è la musica che abbiamo sempre voluto fare».
Dunque, sono germogliati i primi semi di Asdustwe rise, ma è stato durante un viaggio in Louisiana che le canzoni hanno cominciato a prendere una forma più solida. Dopo un test del DNA Rohan aveva rintracciato la sua discendenza nel profondo sud, allora la coppia ha deciso di andarci in vacanza per esplorare questo lato della sua eredità. Dispiegandosi su un ritmo costantemente in aumento e un equilibrio ipnotico, il primo singolo, Josephine Street, è stato registrato su una nota vocale del telefono di Lou, il testo racconta le storie di un quartiere locale di New Orleans.
Il suono dominante dell’armonica in Spanish Moss è scaturito dall’inquietante richiamo degli alberi appesantiti dai sinuosi grovigli delle piante del Bayou della Louisiana. Quilt racconta la storia di una donna che realizza una coperta cucendo insieme i vestiti da lavoro del marito defunto così da poterlo avere ancora vicino ogni notte – una storia «profondamente commovente e viscerale» dicono Lou e Rohan, di «perdita e rinascita». Da qui gli argomenti si ramificano verso tematiche più ampie. Il singolo in uscita Painkillerallude alla crisi degli oppioidi sotto le mentite spoglie di una canzone d’amore profonda e sentimentale. Mentre due canzoni dedicate a “eccezionali pionieri”, alimentano lo spirito di indagine dell’album. La magnifica Song for Bill rende omaggio allo scomparso pianista jazz Bill Evans, mentre di ritorno a casa nel Regno Unito, la finemente arrangiata Ammonite mostra uno spiraglio della storia di Mary Anning, troppe volte ignorata e incompresa paleontologa vittoriana.
«È un album che non cerca di scappare dai grandi temi della vita - racconta Lou - ci siamo tirati su le maniche e ci siamo dati da fare». La meditativa Hemtocca temi come la nascita, l’attaccamento e le connessioni che formiamo con gli altri. Lo storytelling che si traccia sulle corde della chitarra di Rohan in Jeanerette esplora “la migrazione e lo sfollamento”, l’idea di qualcuno che si sia lasciato alle spalle una vita intera e la sua identità per ripartire nell’anonimato della città. In altri momenti, l’album vive e respira dei suoi contrasti. The Sea è un brano sobrio ma pieno di emozioni, che ricorda la tenera compostezza di una partitura per pianoforte di JoeHisaishi trasformata in canzone. Here Comes the Flood è un brano vivido e vivace, il cui titolo è una metafora delle emozioni impetuose incanalata in fiati esplosivi e vibranti motivi vocali.
Il titolo dell’album, al contempo, lega tra di loro le tematiche dei brani. «Entrambi abbiamo perso persone che amavamo – nota Rohan -, ho incontrato Lou un mese dopo aver perso mia madre; quindi, il lutto e la perdita hanno avuto una parte centrale. Ma dietro quella perdita c’è sempre stata una sottile speranza, che lentamente è andata a crescere, proprio come la polvere si alza quando la si muove. Parlando del nostro passato musicale, entrambi avevamo più o meno deciso che non avremmo più pubblicato altra musica; tutti e due avevamo avuto carriere lunghe e variegate nella musica ed eravamo stanchi dell’industria. Ma di nuovo, la nostra collaborazione ha cominciato a smuovere quello che pensavamo si fosse immobilizzato. Questa volta, la polvere che si stava alzando erano melodie e note musicali e noi ci siamo fatti trascinare».
Queste note e melodie si sono evolute vicino casa. Scritte e parzialmente registrate negli home studio di Lou e Rohan a Londra e nel Wiltshire, le canzoni sono poi state lavorate nello studio del producer Simon Byrt. Tra le collaborazioni Valerie Etienne della band acid-jazz dei Galliano, che ha registrato le seconde voci di Painkillere Here Comes the Flood. D’altra parte, la dedizione di Byrt all’analogico e alla strumentazione vintage si è dimostrata fondamentale per dare alla registrazione un suono caldo e organico, nutrito con amore grazie all’aiuto dal vivo di musicisti ospiti alla batteria, agli archi, al basso, alla chitarra e ai fiati: processi collaborativi che Lou e Rohan dicono di voler sviluppare nel loro prossimo album.
Nel frattempo, il debutto dei Kiiōtō si pone come una fusione intuitiva di storie condivise, unite dal desiderio di esplorare nuovi spazi e narrazioni. «Queste sono le canzoni che abbiamo da sempre avuto bisogno di scrivere – afferma Rohan - ogni melodia, testo e accordo che abbiamo mai cantato o suonato fino a questo momento sono stati parte del viaggio verso Kiiōtō, verso questo album, AsDustWe Rise.
23 MARZO
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
AMOUR, ACIDE
ET NOIX
coreografia Daniel Léveillé
danzatoriLouAmsellem, Marco Arzenton
Marco Curci, Jimmy Gonzalez
luciMarc Parent
musica Antonio Vivaldi Le quattro stagioni
direttore Justin Gionet
produzione DLD
direzione artisticaFrédérick Gravel
coproduzione Centro Servizi Culturali Santa Chiara
sguardo artistico Marie-Andrée Gougeon, Sophie Corriveau
residenze Studio Cunningham, Montpellier Danse / l’Agora, citéinternationale de la danse
Centro ServiziCulturali Santa Chiara [Italia]
presenza di nudo integrale in scena
Quattro corpi abbandonati alla danza, rivelano ciò che si è rifugiato dietro la pelle stranamente opaca: muscoli, acqua, respiro, energia, uno sguardo sulla vita, così vivo e consapevole dell'altro, nonostante o forse proprio per il bisogno di non essere completamente soli. Amour, acide et noix parla di solitudine ma anche e soprattutto dell'infinita tenerezza del tatto, della durezza della vita e del desiderio di evitare o fuggire da questi corpi, spesso così pesanti.
Amour, acide et noix presenta la nudità come l'unica vera alternativa alla lettura del corpo, schietta e priva di falsi pudori. Non è forse la pelle l'unico vero costume del corpo?
Amour, acide et noix, è il peso della solitudine e il desiderio insopprimibile dell'altro. È anche un'intensità di vita, particolare per i giovani ed estremamente giovani ed estremamente acuta. La pelle, qui, costituisce il vero costume della danza. Infatti, la nudità rivela ciò che è nascosto sotto: una fragilità e un'infinita tenerezza, nonostante l'implacabile durezza della vita.Daniel Léveillé
26 MARZO
JESI
TEATRO PERGOLESI
H 21
LEMNOS
UNO SPETTACOLO DI BLUEMOTION
ISPIRATO AL MITO DI FILOTTETE
drammaturgia Giorgina Pi con Bluemotion
regia, video e scene Giorgina Pi
dramaturgMassimo Fusillo
con Gaia Insenga, Giampiero Judica / Davide Lorino, Aurora Peres
Gabriele Portoghese, Alexia Sarantopoulou
ambiente sonoro Collettivo Angelo Mai
arrangiamenti e cura del suono Cristiano De Fabritiis, Valerio Vigliar
costumi Sandra Cardini
luci Andrea Gallo
coloristAlessio Morglia
produzione Teatro Nazionale di Genova
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale
TPE – Teatro Piemonte Europa
in collaborazione con Bluemotion e Angelo Mai
La regista Giorgina Pi aggiunge una terza tappa al progetto che comprende gli spettacoli Tiresiase Guida immaginaria con Lemnosche prende le mosse da una riflessione sul mito di Filottete, confrontandosi con l’omonima tragedia di Sofocle e con le vicende biografiche, i diari, le poesie, i racconti delle tante persone antifasciste greche che vennero confinate, torturate, uccise in Grecia dal 1946 al 1974. In primo luogo il grande poeta Ghiannis Ritsos. Nello spettacolo creato dalla regista con alcuni interpreti storici della compagnia Bluemotion, Filottete ed Eracle sono due donne, due polarità che circondano i due diversi modelli maschili di Neottolemo e Ulisse, mentre il coro – figura liminale tra la tragedia sofoclea e la Grecia contemporanea – è interpretato da un’attrice greca.
Lemnos è un’isola. L’isola del confino, dell’esclusione. Il luogo dove sopravvivere è il sogno più impossibile. Ma è anche il solo posto in cui Filottete, dal margine, legge chiaramente il passato e riconosce da dove viene. […] Lemnos è un viaggio sulla tragedia che abitò alcune isole di confino greche creando, anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, veri campi di concentramento in Europa, nel Mar Egeo, per chi non rinnegava il proprio antifascismo. Un’epica della crudeltà, di cui non si conosce nulla.
Abbiamo visitato Makronisos, il cuore di quell’orrore e abbiamo scelto di raccontarne le atrocità. Lo facciamo a partire da Sofocle attraverso le voci contemporanee di chi ha raccontato con la poesia quanto il mito di Filottete fosse ancora necessario.Giorgina Pi
29 MARZO
CAGLI
TEATRO COMUNALE
H 21
METROPOLIS
COLONNA SONORA ORIGINALE
DAL VIVO
PER IL FILM DI FRITZ LANG
Metropolis[1927]
regia Fritz Lang
produzione Erich Pommer, UFA
sceneggiatura Thea von Harbou
cast Brigitte Helm, Alfred Abel, Gustav Fröhlich, Rudolf Klein-Rogge
con la colonna sonora performativa elettroacustica creata ed eseguita dal vivo da Edison Studio
compositori – esecutori
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri
con il contributo vocale di Anna Clementi
e di Martin Figura, Eric Moser, Marco Noia, Andreas Otto
una co-commissione Milano Musica, Ravenna Festival
con la collaborazione di Tempo Reale – Firenze
Dopo numerose fortunate esperienze precedenti con alcuni grandi capolavori del cinema muto, nel 2023 il collettivo di compositori-esecutori Edison Studio ha prodotto una nuova colonna sonora originale di quello che forse è il più visionario tra i film muti,Metropolis di Fritz Lang. La pellicola è presentata qui nella sua versione più completa mai ritrovata, frutto di un raffinato lavoro di restauro del laboratorio Alpha-Omega Digital GmbH di Monaco di Baviera, portato a termine nel 2010. Unanimemente considerato il capolavoro di Fritz Lang, Metropolis è annoverato tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Matrix.
Edison Studio con Metropolis riprende l’antica tradizione del film muto con accompagnamento musicale dal vivo, realizzando un’originale composizione che mescola e fa interagire tra loro suoni vocalici, strumentali, meccanici, elettronici e d’ambiente, suoni creati ad hoc ma anche attinti da fonti sonore prese in prestito dalla natura e dalla storia della musica, portando sulla scena strumenti acustici, tradizionali e non, objetstrouvés, strumenti informatici, tutti orchestrati e trasformati dal vivo con le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e con le tecniche di diffusione del suono delle colonne sonore del cinema contemporaneo. Il carattere futuristico e visionario del film di Fritz Lang si presta perfettamente al lavoro creativo di Edison Studio, basato sulla ricerca e sperimentazione di sonorità possibili e “impossibili” che nascono dall’interazione creativa con il film, a volte espandendone le intenzioni poetiche, a volte reinterpretandone l’orizzonte drammaturgico-narrativo e la vasta gamma delle possibili implicazioni simboliche.La composizione della colonna sonora per Metropolis, come per ogni precedente lavoro per il cinema realizzato da Edison Studio, è stata creata partendo dalla struttura e dalla drammaturgia del film ed è stata preceduta da un lungo lavoro di analisi della pellicola e da una riflessione a più voci in cui diverse esperienze pregresse si mettono al servizio di un lavoro comune.
29 MARZO
URBANIA
TEATRO BRAMANTE
H 21.15
IL FIGLIO
DEL MAGISTRATO
scritto e diretto daLuca Pizzurro
conGuido Saudelli
musiche originali Francesco Valente
aiuto regista Sandro Gallo
assistente alla regia Lauraine Crescione
produzione Ellegipì Teatro 20
La Storia contemporanea del nostro paese è ricca di avvenimenti chehanno scosso l’opinione pubblica tanto da rendere i suoi protagonisti deiveri e propri simboli.
Le stragi mafiose del 1992 che videro Giovanni Falcone e PaoloBorsellino vittime sacrificali di un sistema marcio e corrotto, a partire daivertici della nostra società, ebbero proprio questo effetto.Tutto possiamo dire tranne che Falcone e Borsellino siano morti, i verimorti sono quelli che ancora oggi vivono in carceri di massima sicurezzae sul cui fascicolo è scritto in stampatello “FINE PENA: MAI”.
La storia si svolge a Palermo nei 57 giorni che separano la morte diGiovanni Falcone da quella di Paolo Borsellino.
Come sempre, anche in questo caso, è esistita una storia parallela aquella che tutti noi abbiamo seguito attraverso gli organi di stampa. Unastoria che non ha trovato spazio nelle prime pagine dei giornali o nelleaperture dei telegiornali. Una storia privata, una storia intima, una storiapersonale. Una storia di famiglia.
Il protagonista de Il figlio del magistratoè un ragazzo divent’anni, studente universitario, con sogni, ambizioni, fragilità esperanze, figlio del magistrato più impegnato nella lotta contro la mafia.La domanda da cui l’autore parte per la scrittura di questo testo èsemplice e allo stesso tempo articolata. Mentre il mondo stava con il fiatosospeso, cercando di capire quale sarebbe stata la prossima vittima delsistema corrotto Stato-Mafia, cosa accadeva tra le quattro mura di unafamiglia che viveva in modo ravvicinato il pericolo della morte? Comecambia la vita di un ragazzo di vent’anni costretto a vivere sotto scorta?Quanto le scelte di un padre possono segnare indelebilmente il caratteredi un figlio?Queste e tante altre domande ancora sono quelle che muovono ognipasso che porta lo spettatore ad immergersi in una delle storie italianepiù atroci degli ultimi tempi.Come può un figlio credere nel futuro quando di fronte ai suoi occhicrollano gli argini che delimitano ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, ilbene e il male, lo Stato e la Mafia?
31 MARZO
URBINO
TEATRO SANZIO
H 21
MDLSX
conSilvia Calderoni
regiaEnrico CasagrandeeDaniela Nicolò
drammaturgiaDaniela Nicolò e Silvia Calderoni
suoniEnrico Casagrande
in collaborazione conPaolo PanellaeDamiano Bagli
luce e videoAlessio SpirlieSimone Palma
produzioneMotus
in collaborazione conLa Villette - Résidence d’artistes 2015 Parigi
Create to Connect [EU project] Bunker/ Mladi Levi FestivalLubiana
Santarcangelo 2015 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino,AMAT
con il sostegno diMiC, Regione Emilia Romagna
MDLSXè ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender genderb(l)ending, all’essere altro dai canoni del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità(nazionalitàimposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di “appartenenzaaperta alle Molteplicità” scriveva R. Braidottiin On BecomingEuropeans, avanzando laproposta di una identità post-nazionalista.
Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – cheMDLSXtende. È unoscandaloso viaggio teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventurain questo esperimento concepito nel formato di un eccentrico Dj/Vj set. InMDLSXcollidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie e sulla confusione tra fiction e realtà MDLSXoscilla – daGender TroubleaUndoing Gender. Citiamo Judith Butler che, conA cyborg Manifestodi Donna Haraway, il ManifestoContra sexualdi Paul B. Preciado e altri cut-up dal caleidoscopico universo dei Manifesti Queer, tesse il background di questaPerformance-Mostro.
Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia impossibile, talmente profondoche si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile.
Manifesto Animalista, Paul B. Preciado
2 APRILE
SENIGALLIA
TEATRO LA FENICE
H 21
TRAGÙDIA
IL CANTO DI EDIPO
di Alessandro Serra
liberamente ispirato alle opere di Sofocle, Euripide
Aristofane, Seneca e altre fonti per il racconto del mito
con Alessandro Burzotta, Salvo Drago, Francesca Gabucci, Sara Giannelli
Jared McNeill, Chiara Michelini, Felice Montervino
scrittura di scena Alessandro Serra
traduzione in lingua grecanica Salvino Nucera
voci e canti Bruno De Franceschi
produzione Sardegna Teatro, Teatro Bellini
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Due Parma
in collaborazione con Compagnia Teatropersona, I Teatri di Reggio Emilia
nello spettacolo è previsto l’utilizzo di luci stroboscopiche
spettacolo in lingua grecanica con sovratitoli in italiano
Il linguaggio è ciò che vogliamo dire. Italo Calvino
Macerie.
In un’epoca di macerie non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta,
soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco.
Ciò che resta della tragedia:
parole senza suono.
Ciò che resta della polis:
una società di estranei.
Ciò che resta del rito:
una drammaturgia spenta.
Ciò che resta di un mito:
una storiella venuta a noia.
Ciò che resta di un eroe:
un personaggio fuori fuoco.
Il canto di Edipo si edifica sulle macerie.
Scrive Antifane nella commedia Poiesis:
La tragedia è un'arte fortunata, perché gli spettatori conoscono l'intreccio già prima che il poeta lo racconti, basta ricordarglielo. Appena pronunziato il nome di «Edipo», già si sa tutto il resto - il padre Laio, la madre Giocasta, le figlie, i figli, che cosa ha sofferto, la sua colpa.
Come ricostruire oggi quel sapere collettivo che esonerava il poeta tragico dal dover volgere in prosa il mito e lo legittimava a sollecitare immediate visioni nel pubblico?
Come compiere il tragico oggi?
Quale linguaggio è, ciò che tramite Sofocle, vogliamo dire allo spettatore? E in quale lingua?
Il greco di Sofocle era volutamente alto e musicale, una lingua che ci strappa dal piano di realtà e ci pone su un livello di trascendenza.
Come consegnare al pubblico la drammatizzazione perfetta del mito perfetto in una lingua non ostile e concettuale ma musicale, istintiva e sensuale?
L’italiano sembra abbassare il tragico a un fatto drammatico.
Abbiamo perciò scelto il grecanico, lingua che ancora oggi risuona in un angolo remoto di quella che fu la Magna Grecia, una striscia di terra che dal mare si arrampica sull’Aspromonte scrutando all’orizzonte l'Etna.
Vestigia sonore di un antico greco oggi parlato da pochi individui figli di una generazione che aveva vergogna della lingua di Omero e ha smesso di insegnarla ai figli, per concedersi la speranza di un futuro migliore, in una società in cui la lingua dei poeti è stata scalzata da quella della televisione.
Un idioma antichissimo sporcato da lingue piovute dall’alto e da dialetti subalterni cresciuti spontanei nel campo sublime seminato dai greci come il calabro e il pugliese.
La tragedia di Edipo è ambientata in una città ridotta al lumicino, arida, sterile, in decomposizione. Eppure Sofocle guida lo spettatore verso una luce interiore che si manifesterà a Colono, nel bosco sacro in cui Edipo verrà letteralmente assorbito dagli dei.
La tragedia perfetta della quale Aristotele si serve costantemente come modello ideale nel corso della sua trattazione teorica.
Tragedia freudiana per antonomasia. Archetipo stesso di qualsiasi tragedia.
Ripartiamo dalle crudeli visioni di Artaud:
È stupido rimproverare alle masse di non avere il senso del sublime, quando si confonde il sublime con una sua manifestazione formale, che oltretutto è sempre una manifestazione morta. Se per esempio la folla contemporanea non capisce più Edipo re, oserei dire che è di Edipo re la colpa, non della folla.
Come consegnare Edipo alla folla contemporanea nella sua funzione primigenia di pharmakos? Capro espiatorio espulso dalla stessa città che lo aveva salutato come re.
Come rendere Sofocle accessibile a tutti?
Come elaborare il lutto per la perdita della polis e del sacro? Come liberare Edipo dalla sua colpa?
Edipo, il fortunato salvatore della polis che risponde a un indovinello per bambini. Edipo, l’incestuoso e il parricida.
Edipo, che ha il coraggio supremo di voler conoscere sé stesso. Edipo che rinnega gli dèi e i veggenti,
Edipo che discende alle radici marce del suo albero genealogico, si riconosce
e si acceca gli occhi.
Non per punirsi ma per acquisire una vista profetica.
Privato della vista esteriore finalmente Edipo vede il suo cammino senza perdere la sua umana fragilità. Vaga nelle tenebre in cerca della sorgente di luce.
Cammina senza guida in direzione del bosco caro alle Eumenidi e in un bagliore luminoso si congiunge agli dei, conquistando così, come Krishna, la liberazione da questo mondo materiale.
10 APRILE
SENIGALLIA
ROTONDA A MARE
H 21
SOTTO A CHI DANZA!
TRACCE DI DANZA D’AUTORE
DALLE MARCHE
Una maratona per gli appassionati di danza per conoscere nuovi talenti regionali: Sotto a chi danza! è una serata dedicata alle performance di giovani artisti marchigiani che nella suggestiva Rotonda a Mare di Senigallia presenteranno in formato breve i propri lavori. L'iniziativa vuole anche monitorare l'attività dei professionisti e scoprire nuovi talenti offrendo un’occasione di visibilità e scambio di esperienze.
11 APRILE
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
in collaborazione con
Associazione Percorso Donna
12 APRILE
JESI
TEATRO PERGOLESI
H 21
WONDER WOMAN
di Antonio Latella e Federico Bellini
con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi
Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti
regia Antonio Latella
costumi Simona D’Amico
musiche e suono Franco Visioli
movimenti Francesco Manetti e Isacco Venturini
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
in collaborazione conStabilemobile
Nel 2015 una ragazza peruviana è con ogni probabilità vittima di uno stupro di gruppo; con una sentenza che suscitò molto scalpore con l’assoluzione degli imputati con motivazioni quantomeno discutibili. Secondo le giudici, la ragazza risultava “troppo mascolina” per essere attraente e causa di violenza sessuale. La Corte di Cassazione, fortunatamente, ha ribaltato il giudizio condannando i ragazzi autori dello stupro; eppure rimane nella memoria il precedente indelebile di un giudizio emesso per ragioni che fanno riferimento all’estetica della vittima, in un singolare rovesciamento in cui pare che la vittima stessa sia in pratica l’imputato, come fosse colpevole del proprio aspetto.
Lo spettacolo si muove da questa vicenda ripercorrendone i contenuti essenziali e affidando a quattro giovani donne il racconto, immaginato e teatralizzato, del caso giudiziario; Vichingo, questo il soprannome con cui, nella realtà, era chiamata dai ragazzi la vittima, diviene qui una Wonder Woman contemporanea in lotta per ristabilire una verità che viene continuamente negata, dove ogni incontro, dai poliziotti di quartiere alle giudici stesse, finisce per rafforzare l’idea di una comunità in cui non c’è spazio né per la pietà né tantomeno per la giustizia stessa. Un flusso di parole senza interruzioni che corre, palpita e a volte quasi s’arresta come il cuore della ragazza, sottoposta a continui interrogatori, richieste, spiegazioni che la violenza subita non può rendere coerenti, logiche e senza contraddizioni. Eppure, come la Wonder Woman disegnata e creata da William Marston, l’eroina di questo racconto teatrale non si darà mai per vinta, forte della propria volontà interiore, qui metaforicamente simboleggiata dal lazo della verità, l’arma che costringe chiunque ne venga avvolto a non mentire. Lo stesso Marston che, oltre ad aver creato il fumetto della super-eroina figlia delle Amazzoni, è conosciuto per aver brevettato la cosiddetta “macchina della verità”; lo sforzo di una vita tesa a individuare le storture della società cercando di risolvere, se non di rimuovere, quel confine spesso troppo arbitrario tra verità e menzogna.
Antonio Latella e Federico Bellini
16 APRILE
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
VITA MERAVIGLIOSA
OMAGGIO A PATRIZIA CAVALLI
con Iaia Forte
musica dal vivo Diana Tejera
disegno luci Giuseppe Amatulli
produzione Argot Produzioni
in collaborazione con Todi Festival, Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini
per Infinito Teatro e Reggio Iniziative Culturali
Vita meravigliosaè un ritratto in versi e in musica di Patrizia Cavalli, tra i poeti italiani contemporaneipiù letti ed amati. Per essere davvero assaporate, queste poesie vanno viste a teatro: recitate da Iaia Forte,con le musiche e le canzoni di Diana Tejera, le più sicure e affidabili interpreti di questa poesia. È possibile,così, entrare quasi per la prima volta tra questi versi capricciosi e sapienti, al cui centro regna incontrastatoamore e la sua sintomatologia.Emanuele Dattilo
Ho conosciuto Patrizia Cavalli molti anni fa, grazie a Carlo Cecchi, durante le prove del Sogno di una notted’estate di Shakespeare, da lei tradotto. Conoscevo e amavo le sue poesie e questo mi portava ad avere unacerta timidezza nei suoi confronti, ma diventammo subito amiche, grazie a immediate confidenze amorose,al reciproco interesse per il buon cibo, il tempo perso e il vino. Mi dava consigli preziosi e mai convenzionalisu Titania ed ero cosi sedotta dal suo spirito e dalla sua intelligenza che iniziai a chiederle consigli su tutto,dai problemi pratici a quelli più sottili. Il tempo trascorso insieme era sempre prezioso, divertente, speciale.
Da quando non c’è più, rileggo quasi ogni giorno le sue poesie: mi sembra che me la facciano riapparire, mifanno sentire ancora in sua compagnia. Ecco perché con Diana abbiamo pensato a uno spettacolo su di lei.
Perché attraverso il teatro e la sua poesia ci sembra di richiamarla a noi, di ritrovarla, di ricreare quel temposenza tempo che la sua presenza ci ha regalato.Iaia Forte
Dal momento in cui ho conosciuto le poesie di Patrizia Cavalli non me ne sono più separata. In particolarePigre divinità e pigra sorte è stato per me una sorta di oracolo portatile che mi accompagnava ovunque. Unlibro che mi era necessario, rispondeva a tutte le mie domande. Molti anni fa, mi venne in mente di musicareuna delle poesie di quel libro e chiesi alla casa editrice il permesso di pubblicarla. Fu grazie a loro che ebbi ilcontatto di Patrizia, la quale, grazie alla simpatia che aveva per il mio cognome, mi rispose immediatamente.
Il caso voleva che avesse una storia personale con le teiere e che il mio cognome (che è spagnolo, ma leipronunciava all’italiana) le piacesse particolarmente. Patrizia aveva inoltre una venerazione per i nomi, per laloro capacità quasi magica di evocazione, per il loro suono. Ebbi così la fortuna di conoscerla e il privilegiodi diventare sua amica. Iniziò così uno dei periodi più belli della mia vita: tutte le sere insieme a fare cenette,a scrivere canzoni, a bere ottimi rhum e fare le 4 del mattino con una felicità rara, infantile, come appenascoperta.
Ho viaggiato molto insieme a Patrizia, portando in scena le nostre canzoni e le sue poesie. Ci è sembratoallora naturale, con Iaia, portare avanti le sue parole attraverso questo spettacolo.Diana Tejera
27 APRILE
PESARO
SALA DELLA REPUBBLICA
TEATRO ROSSINI
H 18
CANTIERE APERTO PER
CANI LUNARI
coreografia e regia Francesco Marilungo
interpreti Alice Raffaelli, Barbara Novati,Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce
[cast a rotazione]
costumi Lessico Familiare
musica e vocalcoaching Vera Di Lecce
foto e video Luca Del Pia
produzione Centro Nazionale di Produzione della Danza - Körper
in coproduzione con Snaporazverein
progetto vincitore del Premio CollaborAction - Network Anticorpi XL
Nei mesi invernali, quando la luna è piena o quasi, può capitare che la sua luce venga rifratta dai cristalli di ghiaccio presenti nelle alte nubi dell'atmosfera generando così un alone luminoso attorno al satellite con bagliori laterali iridescenti comunemente chiamati 'cani lunari'. Nella tradizione popolare questo fenomeno ottico annunciava il brutto tempo in arrivo: contando le stelle presenti all'interno del dell'alone, si poteva prevedere il numero di giorni di tempesta.
Le pratiche magiche sono da sempre connesse alla luna tanto che è stata teorizzata una loro derivazione da antichi culti estatici femminili rivolti a una dea notturna spesso identificata con Diana. Culti in cui ricorrono temi sciamanici come l'estasi, il volo magico e la metamorfosi in animale e che confluiscono tutti nella figura della strega, della guaritrice, della magiara, come viene denominata nel Meridione Italiano.
Cani Lunari vuole essere una riflessione sulla magia intesa come sapere alternativo alla scienza positiva; un invito a recuperare alla nostra coscienza qualcosa del numinoso mondo delle streghe per provare a re-incantare il mondo.
4 MAGGIO
PESARO
CHIESA DELL’ANNUNZIATA
H 18
[residenza di allestimento]
CANTIERE APERTO PER
VERBÒ
di Giovanni Testori
un progetto diFlavio Capuzzo Dolcetta, Jonathan Lazzini eSebastian Luque Herrera
drammaturgiaJonathan Lazzini
interpretiFlavio Capuzzo Dolcetta e Sebastian Luque Herrera
regiaFlavio Capuzzo Dolcetta
spazio scenico e luciFlavio Capuzzo Dolcetta
Giovanni Testori scrive Verbò (Verlaine-Rimbaud) Auto sacramental nel 1985 come ultimo atto della Branciatrilogia Prima, il lavoro va in scena al Piccolo Teatro di Milano nell’estate del 1989 e per poche altre repliche nel resto del paese. Il testo immagina un ultimo, disperatissimo incontro tra i due poeti maledetti, Verlaine e Rimbaud, in quello che Testori chiama “orlo”; un limbo, un luogo ultimo, in fondo: il teatro.
Dal 1985 al 1989 Testori riscrive, corregge, smembra furiosamente il testo; alcune tracce sui dattiloscritti ci suggeriscono che vi torni addirittura successivamente al debutto dell’89.
Ancora una volta il gesto creativo di Testori si traduce in un disperato bisogno di “ritorno”, in particolare ci sembra che Verbò sia forse il vero addio spirituale di Testori. Ci commuove pensare che l’autore novatese decida di congedarsi tornando ai suoi maestri, scostandosi dalla lingua che lo ha reso così unico, in nome di un definitivo funerale alla parola che unisce e allontana, quella parola “dalle chiusure obbligate”, così dolorosamente necessaria ma destinata a perire sotto i colpi della rivoltella.
Testori decide infatti di evocare il celebre revolver con cui Verlaine ferì Rimbaud ma rivolgerlo contro quelle parole che hanno tessuto un filo eterno tra i due poeti, un filo ormai indistricabile eppure insopportabilmente fragile e delicato. Solo Testori poteva concepire un gesto così concreto e zoppo rendendolo possibile, vivo, credibile e poetico sulla sua scena teatrale.
Ma come siamo arrivati proprio a questo testo? Verso la conclusione della nostra intensa esperienza nel progetto BAT Bottega Amletica Testoriana curato da Antonio Latella, in particolare al termine di un’improvvisazione sull’Ambleto avvenuta tra me e Sebastian Luque Herrera, mi chiesi come sarebbe stato portare quell’affinità, nata in quel momento, nel rapporto tra Verlaine e Rimbaud che l’autore novatese immagina in Verbò. Ne parlai dunque con Jonathan Lazzini, assistente e drammaturgo di BAT e mi colpì il fatto che lui stesso, guardandoci in scena, avesse pensato allo stesso testo e a noi due come ai due poeti maledetti.
Si creò così, naturalmente e da questa reciproca curiosità, il nostro gruppo di lavoro. Dopo un dialogo con Antonio Latella e Gilberto Santini, che ci hanno da subito dimostrato il loro interesse, abbiamo dunque deciso di iniziare il nostro percorso. Il nostro lavoro si propone, quindi, di seguire le disperate tracce della drammaturgia originale e al contempo crearne bivi e deviazioni spiazzanti che rincorrano elementi biografici fondamentali per Testori e che si leghino poi alla scrittura dei due poeti e alla penna di Jonathan Lazzini, drammaturgo con profonda conoscenza dei Verlaine e Rimbaud. In questa spirale vertiginosa che culminerà con il celebre ultimo smembramento del verbum, la domanda che ci porremo è: che destino avrà la parola nel nostro millennio?
Flavio Capuzzo Dolcetta
9 MAGGIO
SAN COSTANZO
TEATRO DELLA CONCORDIA
H 21.15
11 MAGGIO
SAN LORENZO IN CAMPO
TEATRO TIBERINI
H 21.15
L’ETERNO MARITO
da Fëdor Dostoevskij
libero adattamento di Davide Carnevali
con Ciro Masella e Francesco Villano
regia Claudio Autelli
in video SofijaZobina e Lia Fedetto
scene Maddalena Oriani
disegno luci Omar Scala
musiche originali e sound design Gianluca Agostini
costumi Margherita Platé
video Alberto Sansone
co-produzione LAB121/TrentoSpettacoli
con il sostegno di NEXT laboratorio per le idee progetto di Regione Lombardiae Fondazione Cariplo
Provincia autonoma di Trento,Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
In alcuni periodi, nel corso della vita, capita di rendersi conto che l’immagine che ci siamo scelti, o meglioche desideriamo per noi stessi, ci guardi dall’alto e ci costringa, come imputati, alla sbarra di un processoche decidiamo di autoinfliggerci.
Quanto c’è di obiettivo in questo giudizio? Quanto è frutto del contesto in cui siamo immersi? Oppure,dall’altra parte, rispetto a scelte passate che nei fatti si sono dimostrate sbagliate, è possibile dimenticarnela responsabilità? In generale, giuste o sbagliate, negative o positive, reali o immaginate che fosseroqueste scelte, siamo in grado di affrontare l’arringa dei sensi di colpa?
Quello che ci propone l’autore con questa storia poco conosciuta è un viaggio tra il sogno e la realtàdentro questi movimenti dell’animo umano. Alcune domande che sembra lo attraversino potrebberoessere le seguenti: Siamo ancora in grado di esercitare la cura? Di essere padri, maestri, guide? Questo èil provocatorio monito che ci lancia Dostoevskij.La commedia di questo grande autore mantiene un’aderenza con la contemporaneità proprio trattando didue uomini qualsiasi che si trovano a combattere con la paura di non essere all’altezza dalla società, dalgiudizio altrui e ancor di più dal loro stesso giudizio nei propri confronti.Questo feroce e autodistruttivo gioco di sfida con i propri fantasmi prende sul palco, le fattezze di undialogo del protagonista Aleksej con un grottesco conoscente, Pavel, che risorge dal passato.
Quello a cui assistiamo è un racconto che usa la forma epica e i dialoghi in situazione, il teatro e il cinema, il live e il reperto filmico. Due attori compongono uno spettacolo davanti ai loro spettatori. […] Trusozkij condurrà il suo amico nelle segrete del suo essere, lo trascinerà in basso al punto che Vel'caninov stesso arriverà a considerare le sue stesse gesta, il rapporto con l’ospite e collega e l’ultimo periodo trascorso insieme in quel teatro, “un’ignobile porcata”.Una storia che si muove sul filo della dicotomia redenzione/perdizione. Una seduta di psicanalisi prima ancora che Freud potesse esporre le sue teorie, una riprova del genio letterario di Dostoevskij espresso in un testo minore da riscoprire.Claudio Autelli
10 MAGGIO
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
PROGETTO PRIMAVERE / LA GLORIA + INCENDI
H 18.30LA GLORIA PRIMO CAPITOLO
H 21INCENDI SECONDO CAPITOLO
LA GLORIA
Progetto primavere
primo capitolo
di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero
regia Mario Scandale
video Leo Merati
luci Camilla Piccioni
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale
con il sostegno di MiCe Regione Emilia-Romagna
spettacolo vincitore di Forever Young 2019/20 – La Corte Ospitale
nomination UBU 2021 per la categoria “Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica (messi in scena compagnie o artisti italiani)”.
Marina Occhionero e Alessandro Bay Rossi, protagonisti de La Gloria, in nomination UBU 2021 come miglior attrice/attore under 35.
Alessandro Bay Rossi è premio Ubu 2022 come Miglior attore under 35.
La gloria racconta la vicenda di Adolf Hitler in un periodo quasi sconosciuto della sua biografia: quando, nel1907, appena ventenne, insieme all’amico August Kubizek, si trasferì da Linz a Vienna con lo scopo di entrare all’Accademia di Belle Arti e diventare un grande pittore. Il sogno di gloria dell’aspirante artista cadrà nel vuoto:
respinto per ben due volte dall’Accademia, ma incapace di ammettere la propria mancanza di talento, Adolf monterà nei confronti di Kubizek – unico suo amico e probabilmente suo primo, inammissibile amore – un formidabile castello di bugie. Ma la finzione finirà per crollare: scoperto e umiliato, Adolf romperà il rapporto con Kubizek, sprofondando nella miseria più nera e riducendosi per ben tre anni allo stato di senzatetto nella periferia viennese. La disperazione della sua condizione lo spingerà poi, allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale, a recarsi a Monaco e ad arruolarsi nell’esercito, dando così inizio al suo tragico percorso politico.
Il lavoro suLa gloria ha per noi sicuramente un valore politico; ci accomuna una forte esigenza di lavorare sulla memoria storica della cultura europea, sui fondamenti psicologici e storici che stanno alle radici di una dittatura ed analizzare in cosa consista esattamente questo “terreno fertile” che permette la crescita e la presa di potere di comportamenti e meccanismi pericolosi, ora più che mai attuali. Vorremmo portare il pubblico a chiedersi, inoltre, quale sia e quanto sia sottile il confine che esiste fra un rivoluzionario ed un dittatore, fra un visionario ed un mitomane. Il testo inizia con l’incontro tra il giovane Adolf e August al Teatro dell’Opera di Linz, durante il terzo atto del Tristano di Wagner.I due discutono della musica, di quanto i compositori tedeschi siano ineguagliabili, di architettura, pittura e del teatro di prosa, di cui Adolf dichiara di trovare insopportabile soprattutto il pubblico: “Guardali li vedi / seduti appollaiati/ soddisfatti / vengono qui / senza spirito critico/ vengono qui senza partecipare/ subiscono lo spettacolo”. Partendo proprio da questo gioco di teatro nel teatro immagino un allestimento prettamente metateatrale. Il luogo unico della rappresentazione sarà quindi il teatro stesso. Lo svelamento dell'artificio illusorio dell'evento teatrale renderà palese l'intero impianto fittizio dell'azione scenica, mostrando l'illusorietà, non solo della rappresentazione, ma anche della realtà tangibile dagli spettatori. L’intento è quello di stimolare per l’appunto lo spirito critico dello spettatore. Il cuore dell’operazione saranno quindi gli attori, che con la recitazione porteranno gli spettatori in tutti i luoghi dello spettacolo. Un meccanismo scenico simbolico e antinaturalistico, supportato dallo stile drammaturgico dell’opera. La gloria, infatti, è un testo poetico scritto in versi e questo ci darà la possibilità di avviare una ricerca sulla forza letteraria, melodica, musicale della nostra lingua, una lingua scenica più adatta ad esprimere concetti che la psicologia dei personaggi. Proprio questa parola sarà il centro della messinscena che diventerà azione, slancio, figura, carne, forma, storia, e pensiero. Ad incarnare i versi del testo, tre interpreti, quali Alessandro Bay Rossi per il ruolo di Adolf Hitler, Dario Caccuri per il ruolo di August Kubizek e Marina Occhionero per il ruolo di Stefanie, giovane allieva di August.
Mario Scandale
INCENDI
Progetto primavere
secondo capitolo
di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Andrea Sorrentino
e con Zoe Zolferino
regia Mario Scandale
luci Camilla Piccioni
video Leo Merati
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
con il sostegno di MiCe Regione Emilia-Romagna
Alessandro Bay Rossi è premio Ubu 2022 come Miglior attore under 35
Dopo La gloria, ambientato a Vienna e incentrato sulla vicenda del giovanissimo Hitler e delle sue ambizioni artistiche, il secondo capitolo della trilogia s’intitola Incendi e si svolge a Berlino all’inizio degli anni Trenta. In una sera di gennaio, la giovane Sabine arriva dalla provincia austriaca in una Berlino gelida e innevata per iniziare l’università. Incontra un ragazzo, Marinus, che le offre un alloggio e la propria amicizia. Appena arrivata nella Facoltà di Lettere, Sabine si lega anche a due sovversivi studenti, Helmut e Ralf. Le sue giornate passano così tra Marinus, il gentile e malinconico amico che nutre un’ossessione per il nuovo cancelliere, e gli eccentrici Helmut e Ralf, che predicano l’avvento del nuovo e l’importanza del superuomo. Potrebbe essere una storia come tante. Però non lo è: il giorno del suo arrivo a Berlino è infatti il 30 gennaio 1933, l’anziano presidente Hindeburg ha appena nominato cancelliere Adolf Hitler, capo del partito nazionalsocialista. Helmut e Ralf non sono solo due esteti, sono anche membri di spicco della Gioventù Hitleriana. L’amico Marinus è in realtà Marinus Van derLubbe, un giovane comunista ritenuto il presunto autore dell’incendio del Reichstag. Sabine si ritrova così a vivere e formarsi in una Berlino teatro di inquietudini, fantasmi e desideri, al bivio tra la sfrenata libertà della Repubblica di Weimar e la cupa tragedia dell’inferno nazista. La Berlino dell’ascesa di Hitler, dove chiunque è costretto a schierarsi da una parte o dall’altra: quale sarà la scelta di Sabine? Incendi è un’educazione sentimentale al contrario, un romanzo di formazione su una gioventù smarrita e crudele. Un’indagine sulla seduzione della violenza che percorre ogni società, compresa la nostra. La storia di quattro ragazzi, quattro diverse declinazioni del vuoto esistenziale che spinge l’essere umano ad aggrapparsi tenacemente a degli ideali e a identificare un nemico. Ma quali sono gli ideali giusti? E chi sarà, alla fine, il capro espiatorio, la vera vittima sacrificale di questo tempo?
Dopo La gloria, Sinisi e Scandale realizzano con Incendi un secondo capitolo volto a indagare quel fragile territorio di frontiera che è la giovinezza e la sua relazione, ora come allora, con il mondo esterno: le potenti dinamiche genitoriali da troncare e gli altrettanto potenti movimenti politici e sociali in cui si è immersi, movimenti che influenzano scelte e cambi di direzione e che a volte possono essere fatali.
17 MAGGIO
PESARO
SPAZI DELLA CITTÀ
PESARO FOCUS DANZA FESTIVAL 2025
H 17 Sala della Repubblica, Teatro Rossini
FIORI ASSENTI
H 18 Salone Nobile di Palazzo Gradari “Antonia Pallerini”
HIT OUT
H 19 Teatro Rossini
STUPOROSA
H 21,30 Teatro Sperimentale
GO FIGURE
H 23Chiesa dell’Annunziata
PER-SONA
FIORI ASSENTI
ispirato al ciclo di opere Fiori assenti di Albano Morandi
ideazioneYoY Performing Arts
coreografia e interpretazione Emma Zani e Roberto Doveri
musicheTimoteo Carbone
elemento scenico Albano Morandi
costumi HACHE Official
in collaborazione con Meccaniche della Meraviglia
con il sostegno di PARC Performing Arts Research Center/Fondazione FabbricaEuropa
Stazione Utopia e IntercettAzioni - Centro di Residenza Artistica dellaLombardia / Circuito CLAPS
Fiori assenti è il secondo capitolo del progettoDialoghi con l’arte, nato nel 2021 incollaborazione con l’Associazione Culturale Meccaniche della Meraviglia, da anni alcentro di importanti iniziative volte a restituire all’arte contemporanea una funzionesociale e a abbattere quelle barriere che, almeno a partire dallo scorso secolo, hannoprovocato un progressivo distacco fra cultura artistica e società civile.
Il progetto si articola in tre capitoli ispirati all’incontro con le opere di tre artisticontemporanei, punto di partenza per la ricerca di una rinnovata dialettica tra l’artecontemporanea, la danza e la musica. Il desiderio è quello di riattivare un rapporto dicontaminazione tra le arti che possa produrre un lavoro scenico coerente alla crescitaartistica, alle sue imprescindibili necessità comunicative e alle sue enormi potenzialitàespressive: l’opera d’arte, nella sua bellezza statica, prende vita attraverso la musica e ilmovimento che, a loro volta, si cimentano in una sorta di analisi interpretativadell’opera stessa, a tutti gli effetti coprotagonista della performance.
La danza cerca espressione attraverso l’indagine di forme che vengono rielaborate inuncontinuum coreografico
che costruisce e sottrae, elabora e decostruisce, permodificarne di volta in volta il percorso. Un percorso in cui il tema dellapresenza/assenza (o del negativo) diventa l’elemento che ricorre. Questaflora fossileingessa la dinamicità dei corpi che tentano un’espressività a cui viene “negata” laplasticità propria della danza. I corpi si prestano, come l’opera, a diventare "formescultoree” in una sorta di controdanza che si snoda tra piccoli dettagli, gesti armoniosinello spazio e momenti ritmici dissonanti.Il lavoro si avvale inoltre della collaborazione di Timoteo Carbone, che ha curato laparte sonora con composizioni originali.
L’opera, creata appositamente dall’artista, connota lo spazio e diventa coprotagonistadell’azione performativa. Anche per l’elemento scenico Morandi supera il concetto di“sovrastruttura”, liberandosi della forma canonica in favore di esili figure che prendonospazio nell’ambiente in cui si trovano.
La danza cerca espressione attraverso l’indagine di forme che vengono rielaborate inuncontinuum coreografico
che costruisce e sottrae, elabora e decostruisce, permodificarne di volta in volta il percorso. Un percorso in cui il tema dellapresenza/assenza (o del negativo) diventa l’elemento che ricorre. Questaflora fossileingessa la dinamicità dei corpi che tentano un’espressività a cui viene “negata” laplasticità propria della danza. I corpi si prestano, come l’opera, a diventare "formescultoree” in una sorta di controdanza che si snoda tra piccoli dettagli, gesti armoniosinello spazio e momenti ritmici dissonanti.
Il lavoro si avvale inoltre della collaborazione di Timoteo Carbone, che ha curato laparte sonora con composizioni originali.Fiori assenti è un ciclo di opere degli anni Novanta sul concetto di emersione e latenzadell’immagine. Queste forme di colore bianco, che Morandi definisce “elementi di unaflora fossile”, emergono in negativo dalla monocromia dell’opera. Il contrasto, lasemplicità della composizione, la materia del segno, sono stati i temi che hannoispirato la performance.
HIT OUT
di Parini Secondo x Bienoise
con Sissj Bassani, Camilla Neri, Martina Piazzi, Francesca Pizzagalli
con il sostegno diMiCe SIAE nell’ambito delprogramma Per Chi Crea 2023/2024
con il supporto di Boarding Pass Plus, ROM Residencies on the move, Nuovo Grand Tour 2024
BIT Teatergarasjen, NID platform, Italian Institute of Culture Oslo
Italian Institute of Culture Paris, Italian office for economics trade and culture in Taipei
Cantieri/ Network Anticorpi XL, Magdalena Oettl, AMAT
e l’ospitalità di Le Carreau du Temple, Taarnby Park Studios, Theatre Aire Libre
La Briqueterie, Preform/Samvirket, ShineHouse Theatre, Teatro Petrella
CSC Opera Estate, Armunia
Hit outè la versione agile e compatta diHit, progetto coreografico e musicale in cui ilsalto della corda è utilizzato come elementopercussivo per manifestare i ritmi incarnati.Dopo un anno di preparazione atletica supportatadalla comunità di jumpers italiana esponsorizzata dalle corde di MarcRope– Makeyour cardio an art (Milano), Parini Secondo eBienoise si focalizzano sul suono che la cordasaltata produce, sviscerandone le possibilitàtimbriche. Le saltatrici in scena eseguono unapartitura ritmica e insieme coreografica in cuisingle-under, side-swing e double-under sono siaelementi atletici che musicali: combinati a voce esuoni sintetici si armonizzano in una vera epropria hit.
Hit nobilita l’intima pratica dell’allenamentoelevandola ad azione performativa: il susseguirsimartellante dei colpi di corda è l’eco dellaribellione contro quelle forze che ci vorrebberoimmobili stese a terra con gli occhi chiusi.
Parini Secondo nasce nel 2017 da un’ideadi Sissj Bassani e MartinaPiazzi e coinvolge le danzatriciCamilla Neri e Francesca Pizzagalli. Questionando il rapporto tra arte e originalità, ilgruppo utilizza la coreografia per sublimare
tendenze pop, ispirandosi a materiale giàpresente online. Collabora con il musicista,produttore e insegnante Alberto Ricca/bienoise, sottolineando l’importanza del rapporto tramusica, ritmoe danza.
Nel 2020 nasce Speeed, selezionato a LaVetrina della giovane danza d’autore 2022 con untour nazionale e internazionale da più di 20 datenel 2023/24. Nel 2021 Parini e Magdalena Oettlfirmano la co-produzione internazionale be me, vincitrice del programma di residenzaKreativCampus.Rhur di ecce - european centrefor creative economy (Essen, DE). Con do-around-the-world (2023), Parini è selezionataalla NID Platform e con HIT (2024) riceve ilsostegno di SIAE ‘Per chi crea’, firmano una co-produzione con Santarcangelo Festival eBolzano Danza e fissando un tour mondiale chela porta in Francia, Norvegia e Taiwan.Nel 2024 Parini crea e cura la rassegnaTraquesta gente esiste un sentimento all’internodella programmazione del Teatro Petrella diLongiano, in collaborazione con Cronopiose ATER Fondazione.
STUPOROSA
regia e coreografia Francesco Marilungo
con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis
Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce
musica e vocal coaching Vera Di Lecce
spazio e luci Gianni Staropoli
costumi Lessico Familiare
foto e video Luca del Pia
produzione Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza
co-produzione Fabbrica Europa
con il sostegno di IntercettAzioni - Centro di Residenza Artistica della Lombardia
con ilsupporto di Short Theatre Festival, Fuori Programma Festival
Teatro Akropolis& Dracma Teatro – Progetto CURA, Did Studio, Base Milano, Qenhun
Premio Ubu 2024 “Migliore spettacolo di danza”
Così, apparentemente senza motivo, piangono le cinque performer di Stuporosa, dandovita a un pianto che assume varie sfumature, ora trattenuto, ora soffocato, ora si famusica, ora sfocia nella speranza, ora diviene canto ricalcando le sonorità di un anticolamento funebre salentino. I loro corpi si frammentano alla ricerca di forme arcaiche,lontane, che si perdono e sciolgono all’istante. Queste forme sono le figure di pathos,immagini archetipiche del patire umano che si sono tramandate nel tempo attraversosecoli e civiltà, immagini appartenenti a riti funebri passati ma che hanno valoreuniversale perché da quando è stato creato, l’essere umano ha sofferto sempre allostesso modo. Le cinque performer cercano di recuperare un senso di collettività, unaritualità, di instaurare nuove forme di mutuo soccorso, sussurrando antiche formulemagiche, rievocando danze tradizionali, cantando una ninna nanna salentina.
In Stuporosa, come per certi versi avviene nel pianto rituale, si assiste a una stilizzazionedel pathos, una sua de-isterizzazione e la performance in sé vuole essere un invito ariflettere sullo stato di lutto, sulla necessità umana di un istituto culturale condiviso, diun rito comunitario, per superare momenti di crisi individuali.
Francesco Marilungo, dopo gli studi in Ingegneria e un periodo di ricerca al Von Karman Institute di Bruxelles, frequenta l’Atelier di Teatrodanza alla Paolo Grassi di Milano. Dal 2010 viene a contatto con coreografi di fama internazionale come Julie Anne Stanzak, MasakiIwana, Yasmine Hugonnet, Jan Fabre, Romeo Castellucci. Negli anni, lavora come performer per Enzo Cosimi, Antonio Marras e Alessandro Sciarroni. Inizia un proprio percorso autoriale alla ricerca di un codice personale tra la performance, la danza e le arti visive. Paradise, vincitore del bando NEXT 2015/2016 della Lombardia, viene selezionato da Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d’Autore 2016. Love Souvenir del 2018 è vincitore del bando Inteatro Festival e del bando Next 2017/2018 della Lombardia. Con Party Girl, vince il premio Prospettiva Danza 2020 e Cross Award 2020 e viene selezionato per la Nid Platform 2021. Stuporosa debutta a Short Theatre Roma a settembre 2023 e inizia unatournée internazionale. Nel 2024 Stuporosa viene presentato alla Nid Platform nella sezione programmazione e vince il premio UBU 2024 come Miglior Spettacolo di Danza. Il suo nuovo progetto Cani Lunari è vincitore del Premio CollaborAction - Network Anticorpi XL.
GO FIGURE
coreografia e direzione artisticaSharon Fridman
assistente alla direzione Tamar Mayzlish
interpretiShmuel Dvir Cohen e Tomer Navot
musicaNoam Helfer
luciYaron Abulafiacostumi Miki Avni
co-produzione Compañía Sharon Fridman
Festival Oriente Occidente e Mash Dance House Jerusalem
Il lavoro è realizzato con il supporto di Comunidad de Madrid, INAEM, Ayuntamiento de Pinto
the Israel Lottery Council For Culture & ArteIsrael Ministry Of Culture and Sport
Go Figure è stato sviluppato dal progettoShape on us, creato da Sharon Fridmanper Vertigo Power of balance
Go Figure riguarda uno spazio di diversità, dove Shmuel può esaminare come si muove il suo corpo. Una creazione di raffinata sensibilità e bellezza, un duetto per due danzatori sul mutuo scambio e sulla forza della condivisione. I loro corpi entrano in contatto, misurano la propria fisicità e non è nella lotta che si incontrano, ma nell’equilibrio: costruiscono possibili unioni e si accolgono, con estrema fluidità e acrobazia, creando architetture. Una danza di rara bellezza: trasformati, i due danzatori, sembrano esseri sovrannaturali, si perdono l’uno nell’altro, annientano nel movimento i confini e il concetto di limite. Diventano Arte.
Sharon Fridmaninizia la sua carriera professionale di danza con le compagnie di Ido Tadmor, Kibbutzit e Vertigo. Dopo aver fondato la sua compagnia Project Sharon Fridman, a Madrid, in Spagna, nel 2006 ha iniziato una ricerca di improvvisazione di contact come strumento per la pratica e la creazione. La pratica INA, il linguaggio tecnico del corpo che usa nel suo lavoro, è focalizzato sul rapporto tra gravità ed equilibrio ed è ispirato dalla madre, nata con la sindrome di Arnold Chiari. Con questa lingua, conduce laboratori fisici per ballerini professionisti, studenti e diversi corpi di non ballerini, in tutto il mondo. Molti dei suoi pezzi hanno ricevuto premi, come il miglior spettacolo per Free Fall (2015), la migliore coreografia per Erritu nel 2019, primo premio e premio del pubblico per HastaDónde...? al Certamen de Burgos-New York (2011) e premio per il miglior spettacolo di danza alla Fiera di Danza e Teatro di Huesca per Free Fall e All ways (rispettivamente 2014 e 2017). Ad oggi crea per diverse compagnie nel mondo, come Crudo Equilibrio per Compañía L'Explose (Colombia), Equilibrio per FundaciónEspacio Creativo (Panamá), Corazón de carne per Ka'et Ensemble (Israele), Jondo per Compañía Eduardo Guerrero (Spagna), Jerusalem per il Teatro Bielefeld (Alemania) e Berro per Nova Galega de Danza (Spagna).
PER-SONA
di e con Blanca Lo Verde
musiche Tom Waits, EinstürzendeNeubauten, Blanca Lo Verde
La voce è movimento e vibrazione.
Per-sona è un campo di azione in cui il corpo-voce incontra un sovraccarico di immagini e di pensieri, navigando nello spazio intermedio. Questo habitat dà alle interruzioni e agli ‘impatti’ il diritto di esistere. Il corpo sonoro si apre a ritmicità diverse, dove il tempo è in continua metamorfosi.
Come dare spazio alle diverse voci che esistono dentro di noi? Tentativi di risposte, in un gioco di corde tese e abbandoni emotivi.
25 MAGGIO
PESARO
SALA DELLA REPUBBLICA
TEATRO ROSSINI
H 18
[progetto di residenza]
TEMPORALE
{A LESBIAN TRAGEDY}
[STUDIO]
un progetto di Silvia Calderonie Ilenia Caleo
con Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Ondina Quadri, Francesca Turrini
atmosfere sonore Martina Ruggeri
residenze PARC Firenze, BASE Milano, Residenza Centrale Fies
con il sostegno di Passo Nord, Atelier Sì - Bologna, Lavanderia a Vapore Torino
Istituto di Cultura italiano, Paris
in collaborazione con AMATeComune di Pesaroper RAM - Residenze Artistiche Marchigiane
progetto di residenza finanziato da MiC e Regione Marche
co-produzioni VIELNURVIEL (Ghent), Motus Vague,ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazioanle
grazie a Leonardo Delogu, Marta Olivieri, Theo Lounguemare, Alessandra Indolfi
Roberta Indolfi, Eva Geatti, Giorgia Ohanesian Nardin, Paola Granato
Andrea Berselli, Eva Bruno,Vilma Carlini
temporale – a proposito del tempo, storico o cronologico; nella meteorologia indica un tempo cattivo, perturbazione atmosferica violenta. Stiamo lavorando su un dispositivo scenico e compositivo per spazializzare le emozioni, e tradurle in movimenti, ambienti e atmosfere climatiche ad alta intensità, molto agitate.
temporale ha a che fare con l’inquietudine del tempo presente – come stiamo, sotto la pelle. Come caricare uno spazio d’angoscia. Stupore, ridere a crepapelle. Malinconia, interni densi di noia, sconforto, desolazione di ambienti naturali, foreste perdute, una lenta polverizzazione del mondo.
La drammaturgia si compone di movimenti emotivi e meteorologie, stati affettivi che attivano cambi climatici e viceversa. Scrivere con le nuvole e le materie gassose, perturbazioni, fenomeni sottili. Meteore, turbamenti. Può un cambio di umore muovere l’aria, spostare una sedia, mutare il paesaggio?
Corpi che si accasciano, vanno a pezzi, tremolanti, e poi ectoplasmi, umori condensati presenze gelatinose e appiccicose.
Ci ossessionano le backrooms: ambienti che esistono solo nel web, saturi di colore, moquette umida, carta da parati e luci al neon intermittenti. Immagini sbagliate, quasi-luoghi che non esistono eppure ci ricordano qualcosa. Senso di spaesamento, di non familiare – sono il retro del mondo. In queste stanze gialle ripetute all’infinito, è accaduto qualcosa. Ma non sappiamo cosa.
Stiamo scrivendo dei Sonetti della Disperazione – parole che si rompono se urlate, bollettini meteo delle nostre perturbazioni. A lesbiantragedy.
27 MAGGIO
PESARO
TEATRO SPERIMENTALE
H 21
COME NEI GIORNI
MIGLIORI
di Diego Pleuteri
con Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese
regia Leonardo Lidi
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Claudio Tortorici
assistente regia Alba Maria Porto
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Brillante opera prima del giovane drammaturgo Diego Pleuteri (1998), diretta da Leonardo Lidi, Come nei giorni migliori è la storia di una coppia nella sua quotidianità, fatta di dialettica, incomprensioni e di tutto quello che costruisce la vita di due persone che si amano. Chiamandosi per gioco con altro nome, in un immaginario ludico che spazia tra riferimenti cinematografici e teatrali, i due protagonisti interrogano il pubblico fra identificazione e ironia, in uno spazio scenico svuotato e unico, dove la regia di Lidi trasforma le parole di ogni giorno in un teatro vivo e palpitante. Entrambi gli interpreti Alessandro Bandini e Alfonso De Vreese sono stati nella terna dei finalisti per il Premio Ubu 2023 come miglior attore o performer under 35.
Il teatro non può avere paura. La creatività, e quindi la scrittura, non cresce se il terreno è arido. Necessita coraggio, visione e fiducia – ecco una regola che mi sono imposto in questo cammino: avere fiducia nell’altro e nel suo potenziale, anche e soprattutto se ancora inespresso.
Il mio percorso personale mi ha educato al coraggio ma soprattutto al «Perché no?». Ha spostato la mia lancetta verso il «Proviamo». «Proviamo» è anche l’ultima battuta del testo scritto da Diego Pleuteri. Proviamo, allora, a raccontare una storia. Il titolo Come nei giorni migliori l’abbiamo scelto quando il testo non esisteva ancora, forse oggi si chiamerebbe Jessica e Billy o Billy e Jessica, non lo sapremo mai. Un nuovo copione, una storia d’amore, un Romeo e Giulietta senza balcone. Due ragazzi qualunque, un A e un B di novecentesca memoria, si incontrano e faticano a separarsi. Due ragazzi, in Italia, nel 2023, invece di sottolineare le forze individuali si lasciano andare al concetto di insieme. Ma è ancora possibile concepire l’idea di amore e di famiglia come quaranta, trenta, dieci o due anni fa? Si scontrano su questo, giocano a paddle con il cuore, rimbalzano e si perdono, confondono i sentimenti, si lasciano e si ritrovano, si mischiano, si tradiscono e si chiedono: “È ancora possibile essere una coppia?”. La fiducia genera fiducia. Basta provare.Leonardo Lidi
Che cosa significa amare? Di cosa si compone un amore? Davanti a un mistero a cui le parole non possono che soccombere o correre il rischio di riempirsi di retorica, Come nei giorni migliori parte per una ricerca. Una ricerca nelle piccole cose, nei gesti, nei momenti, nella quotidianità, nel segreto, nell’inesprimibile, in tutto quello che costruisce la vita di una coppia, dall’inizio alla fine. Gli scontri, gli avvicinamenti, senza porsi nessun obiettivo, nessuna risposta, se non quella dell’indagine, se non quella di poter sondare, cercando di avvicinarsi, anche solo per un secondo, a quel mistero. Per farlo nascere, non per raccontarlo. Nelle sue gioie e nei suoi dolori. Cos’è l’amore? È una domanda che deve rimanere senza risposta perché ogni risposta è mancante, perché potremmo correre il rischio di credere di trovarci di fronte a un vuoto, piuttosto che a un’immensità. Bisogna rimanere sul filo, sulla soglia, sul bordo della vita. Come nei giorni migliori segue il percorso di una coppia qualsiasi, che sia poi un amore fra due uomini non vuole avere nessuna rilevanza: non cambia il nucleo, cambia forse l’intorno, non è politico, è umano.Diego Pleuteri
7 GIUGNO
FANO
TEATRO DELLA FORTUNA
H 21
VORREI UNA VOCE
di e conTindaro Granata
con le canzoni diMina
ispirato dall’incontro conle detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare
all’interno della Casa Circondariale di Messina
nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventidiretto da Daniela Ursino
disegno luciLuigi Biondi
costumiAurora Damanti
regista assistenteAlessandro Bandini
produzioneLAC Lugano Arte e Cultura
in collaborazione conProxima Res
partner di produzioneGruppo Ospedaliero Moncucco
Scritto e interpretato da Tindaro Granata, Vorrei una voce è uno spettacolo in forma dimonologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, fortemente ispiratodal lungo percorso teatrale che l’autore e attore siciliano ha realizzato al Teatro PiccoloShakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina con le detenute di altasicurezza, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare. Il fulcro della drammaturgia è ilsogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé. Vorrei una voce èdedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.
Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che miamavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e inniente. Non so come sia successo. Un giorno mi sono svegliato e non mi sonosentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa. Quando mi arrivò latelefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della CasaCircondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute ‘per farlerivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo averle incontrate, che erano comeme, o forse io ero come loro: non sognavamo più. Guardandole mi sono sentito recluso, da mestesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quelbene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà. Proposi così di fare quello chefacevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con lasua voce.
Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbestato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima edel proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tuttoquesto. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback,doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce,fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto finoad allora.Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perchéquello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimangacon loro e per loro. In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, igesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono unriscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette diriuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno. Tindaro Granata
CARNET GOLD
8 spettacoli a scelta 55 euro
CARNET SILVER
5 spettacoli a scelta 40 euro
BIGLIETTI
Cagli, Teatro Comunale
posto unico numerato 10 euro 8 euro ridotto
Fano, Teatro della Fortuna
posto unico numerato 10 euro
Jesi, Teatro Studio Valeria Moriconi
posto unico 10 euro
Jesi, Teatro Pergolesi da 12 a 29 euro
Mombaroccio, Teatro Comunale
posto unico numerato 10 euro
Pesaro, Chiesa dell’Annunziata
posto unico numerato
Nico Note 10 euro 8 euro ridotto
VerbòCantiere aperto 3 euro
posto unico
Per-sona 5 euro
Pesaro, Palazzo Gradari Sala Pallerini
posto unico 5 euro
Pesaro, Teatro Rossini
posto unico numerato 15 euro
Stuporosa 10 euro
Pesaro, Teatro Rossini [Sala della Repubblica]
posto unico 8 euro
Cani lunari Cantiere aperto 3 euro
Fiori assenti 5 euro
Pesaro, Teatro Sperimentale
posto unico numerato 15 euro
Kiiōtō 18 euro 15 euro ridotto
Vita meravigliosa 10 euro
La gloria 8 euro
Incendi 8 euro
Go figure 10 euro
Come nei giorni migliori 8 euro
Pesaro Progetto Primavere
CARNET 2 SPETTACOLI
[La gloria, Incendi] 10 euro
Pesaro Focus Danza festival
CARNET 5 SPETTACOLI
[Fiori assenti, Hit out, Stuporosa, Go figure, Per-sona] 25 euro
San Costanzo, Teatro della Concordia
posto unico numerato 10 euro
San Lorenzo in Campo, Teatro Tiberini
posto unico numerato 10 euro
Senigallia, Rotonda a Mare
posto unico 10 euro 8 euro ridotto
Senigallia, Teatro La Fenice
posto unico numerato 15 euro
Urbania, Teatro Bramante da 8 a 15 euro
Urbino, Teatro Sanzio
posto unico numerato 10 euro 8 euro ridotto
BIGLIETTERIE
CAGLI
BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE
338 2812334 - il giorno di spettacolo dalle ore 17
FANO
BOTTEGHINO TEATRO DELLA FORTUNA 0721 800750
da mercoledì a sabato 17.30 – 19.30; mercoledì e sabato anche 10.30 – 12.30
nei giorni di spettacolo 10.30 – 12.30 e dalle 17.30
JESI
BIGLIETTERIA TEATRO PERGOLESI 0731 206888
lunedì - sabato 9.30 – 12.30 e 17 – 19.30 e da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo
BIGLIETTERIA TEATRO MORICONI
il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio
MOMBAROCCIO
BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE
il giorno di spettacolo dalle ore 20
PESARO
BIGLIETTERIA TEATRO ROSSINI 0721 387621
dal mercoledì al sabato 17 – 19.30; il giorno di spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 17
BIGLIETTERIA TEATRO SPERIMENTALE 0721 387548
il giorno di spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 17
BIGLIETTERIA CHIESA DELL’ANNUNZIATA
BIGLIETTERIA SALA DELLA REPUBBLICA
334 3193717
il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio
Pesaro Focus Danza Festival
sabato 17 maggio
Biglietteria Teatro Rossini dalle 10 alle 13 e dalle 16
Biglietteria Palazzo Gradari, Sala Pallerini presso Teatro Sperimentale dalle ore 17
Biglietteria Teatro Sperimentale dalle ore 17
Biglietteria Chiesa dell’Annunziata dalle ore 22
SAN COSTANZO
BIGLIETTERIA TEATRO DELLA CONCORDIA il giorno di spettacolo dalle 20
IAT San Costanzo 0721 1799060
SAN LORENZO IN CAMPO
BIGLIETTERIA TEATRO TIBERINI 0721 849053il giorno di spettacolo dalle 20
SENIGALLIA
BIGLIETTERIA TEATRO LA FENICE 071 7930842
ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 17 alle 20; il giovedì e il sabato anche dalle 10.30 alle 12.30
il giorno di spettacolo dalle ore 19
BIGLIETTERIA ROTONDA A MARE
il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio
URBANIA
BIGLIETTERIA TEATRO BRAMANTE
il giorno di spettacolo dalle 20
URBINO
BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO 0722 2281
il giorno precedente lo spettacolo dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20
il giorno di spettacolo dalle 16
VENDITA ONLINE
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