con il contributo di REGIONE MARCHE MINISTERO DELLA CULTURA
TEATRO VENTIDIO BASSO STAGIONE 2025.26
PROGRAMMA
29 E 30 NOVEMBRE
BALLETTO DI ROMA
OTELLO
FABRIZIO MONTEVERDE
ANTONIN DVOŘÁK
17 E 18 DICEMBRE
CESARE BOCCI, VITTORIA BELVEDERE
INDOVINA CHI VIENE A CENA?
WILLIAM ARTHUR ROSE / MARIO SCALETTA
GUGLIELMO FERRO
13 E 14 GENNAIO
ANDREA CAMILLERI
IL BIRRAIO DI PRESTON
EDOARDO SIRAVO, FEDERICA DE BENEDITTIS, MIMMO MIGNEMI
GIUSEPPE DIPASQUALE
24 E 25 FEBBRAIO
VANESSA INCONTRADA, GABRIELE PIGNOTTA
TI SPOSO MA NON TROPPO
7 E 8 MARZO
PAOLA QUATTRINI, GAIA DE LAURENTIIS
LE FUGGITIVE
PIERRE PALMADE, CHRISTOPHE DUTHURON
STEFANO ARTISSUNCH
24 E 25 MARZO
GABRIELE LAVIA, FEDERICA DI MARTINO
LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE
EUGENE O'NEILL
GABRIELE LAVIA
14 E 15 APRILE
TERESA SAPONANGELO, CLAUDIO DI PALMA
SABATO, DOMENICA E LUNEDÌ
EDUARDO DE FILIPPO
LUCA DE FUSCO
28 E 29 APRILE
COMPAGNIA DELLA RANCIA
ELEONORA BUCCARINI, TOMMASO PIEROPAN
GREASE
JIM JACOBS, WARREN CASEY
SAVERIO MARCONI, MAURO SIMONE
FUORI ABBONAMENTO
16 GENNAIO
BALLETTO DI MILANO
CARMEN
GEORGES BIZET
AGNESE OMODEI SALÈ, FEDERICO VERATTI
RAGAZZI
23 NOVEMBRE
TEATRO GIOVANI TEATRO PIRATA – ARMAMAXA TEATRO
ROBIN HOOD
8 DICEMBRE
CREST
LA BOTTEGA DEI GIOCATTOLI
25 GENNAIO
FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI
CENERENTOLA
ROSSINI ALL’OPERA
21 FEBBRAIO
SOSTA PALMIZI – I NUOVI SCALZI
PERARIA
14 MARZO
STUDIO TA-DAA! / MICHELE CAFAGGI
CONTROVENTO
22appuntamenti tra prosa, danza, musical e teatro per ragazzi compongono il ricco e variegato mosaico della stagione 2025-26 del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune e l’AMAT con il contributo della Regione Marche e del MiC.
Inaugurazione affidata alla danza il 29 e 30 novembre con Otello, tra le produzioni di maggiore successo del Balletto di Roma a firma di Fabrizio Monteverde, uno dei migliori autori italiani di danza contemporanea,sulle musiche di Antonin Dvořák.Il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. Guglielmo Ferro porta in scena il 17 e 18 dicembre con Cesare Bocci e Vittoria Belvedere Indovina chi viene a cena?, stupenda commedia che fu interpretata (al cinema) dai due mostri sacri Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Il tema, quello di un matrimonio misto, fece scalpore nell’America di fine anni Sessanta, ma oggi è più che mai di attualità in una società sempre più multietnica. Il soggetto di William Arthur Rose ha quasi mezzo secolo, ma anche grazie all’adattamento di Mario Scaletta si presenta come un testo fresco e attualissimo.
Tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, Il birraio di Preston il 13 e 14 gennaiogiunge al Ventidio Basso con l’interpretazione di Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi e la regia Giuseppe Dipasquale che con lo stesso Camilleri firma la riduzione teatrale.In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature. Completano il cast dello spettacolo gli attori Gabriella Casali, Pietro Casano, Luciano Fioretto, Federica Gurrieri, Paolo La Bruna, Giorgia Migliore, Valerio Santi, Vincenzo Volo.Ti sposo ma non troppo con Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta, che firma anche la regia, il 24 e 25 febbraio mescola con abilità la leggerezza della commedia con un mood romantico. Già approdato al grande schermo in una felicissima versione cinematografica nel 2014, la pièce arriva sui palcoscenici italiani in una nuova edizione aggiornata al tempo presente, ricca di emozioni e colpi di scena che vede tra gli interpreti anche Fabio Avaro e Siddhartha Prestinari.Commedia brillante e intelligenteLe fuggitive con Paola Quattrini e Gaia De Laurentiis e la regia di Stefano Artissunch racconta il 7 e 8 marzo la storia di due donne, Margot e Claudia, che si incontrano in una situazione curiosa: entrambe cercano di "fuggire" dalle loro vite ma per motivi diversi. Il testo affronta temi come la solitudine, l'amicizia, il desiderio di libertà e la ricerca di sé in modo leggero, con dialoghi ironici e momenti divertenti, tipici dello stile di Pierre Palmade, conosciuto per il suo talento comico. Un attore famoso ma ormai in declino, una moglie vittima della dipendenza da oppiacei, due figli in lotta con i propri demoni: Gabriele Lavia e Federica Di Martino il 24 e 25 marzo in Lungo viaggio verso la notte si immergono nella dolorosa intimità della famiglia Tyrone, protagonista del più autobiografico dramma di Eugene O’Neill (Premio Pulitzer nel 1957), la regia è dello stesso Lavia.Il 14 e 15 aprile è la volta diSabato, domenica e lunedì di Eduardo De Filippo con Teresa Saponangelo e Claudio Di Palma affiancati da una numerosa compagnia, diretti da Luca De Fusco. Una tradizionale domenica napoletana, un pranzo tutti insieme, il clima di convivialità è solo apparente, presto emergono incomprensioni che rovinano il pranzo, trasformando la celebre commedia di Eduardo De Filippo quasi in una tragicommedia in cui la famiglia è la vera protagonista. La stagione teatrale in abbonamento si avvia alla conclusione il 28 e 29 aprile con Greasedella Compagnia della Rancia con Eleonora Buccarini, Tommaso Pieropan, una festa travolgente che accende le platee italiane e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: un cult intergenerazionale che, dopo aver superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, si rinnova a ogni stagione. La traduzione è di Michele Renzullo, adattamento e regia di Saverio Marconi, regia associata Mauro Simone.
A impreziosire la stagione il 16 gennaio fuori abbonamento un grande classico della danza, Carmen del Balletto di Milanosulle musiche diGeorges Bizet, coreografie diAgnese Omodei Salè eFederico Veratti.
5 appuntamenti per la stagione dedicata ai ragazzi e alle famiglie: il 23 novembre si inizia con Robin Hood del Teatro Giovani Teatro PirataeArmamaxa Teatro e si prosegue l’8 dicembre con La bottega dei giocattoli di Crest, il 25 gennaio con Cenerentola di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, il 21 febbraio con PerAriadi Sosta Palmizi e I Nuovi Scalzi e il 14 marzo con Controventodi Michele Cafaggiper Studio Ta-Daa!.
Informazioni presso Biglietteria del Teatro (0736 298770), dal 29 ottobre vendita nuovi abbonamenti.
29 E 30
NOVEMBRE
OTELLO
coreografia e regiaFabrizio Monteverde
musiche Antonin Dvořák
sceneFabrizio Monteverde
costumiSanti Rinciari
danzatori Alessio Di Traglia,Roberta De Simone,Paolo Barbonaglia
Francesco Moro, AinohaSegrera Garcia,Marcello Giovani
Dopo il suo debutto al festival Civitanova Danza nel 2009 e la ripresa per il Corpodi Ballo del Teatro San Carlo di Napoli nel 2015 e nel 2016, Fabrizio Monteverdetorna a riallestire per il Balletto di Roma Otello su musiche di Antonin Dvořák,una delle sue più applaudite produzioni shakespeariane che, insieme a Giuliettae Romeo, ne hanno decretato il successo come coreografo e regista in tutta lasua lunga carriera. Nella versione 2025, Monteverde continua a rielaborare il testoshakespeariano a partire dagli snodi psicologici che determinano la dinamicadell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona eCassio. In questo triangolo mai equilatero di rapporti, i tre vertici risultanocostantemente intercambiabili, grazie sì agli intrighi di Iago, ma ancor più allevarie maschere del “non detto” con cui la ragione combatte – spesso a sua stessainsaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne – il Sentimento.L’ambientazione in un moderno porto di mare (dichiarato omaggio agli sgargiantifotogrammi fassbinderiani di Querelle de Brest) chiarisce e amplia l’intuizione difondo: se Otello è, come è sempre stato, un “diverso”, un outsider, non tanto peril colore della pelle quanto per il suo essere “straniero” e abituato ad altre regoledel gioco, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di “zona franca”,un limbo in cui si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità in cui tuttele pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprioper il semplice fatto che lì, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero,il diverso o il barbaro smettono di esistere. La forte presenza del mare, nonrelegato, come nel testo di William Shakespeare, ad un suggestivo sfondo per unaVenezia o una Cipro genericamente esotiche e di parata, suggerisce i segreti, gliininterrotti moti delle passioni con la loro tempestosa ingovernabilità, glislittamenti inevitabili nei territori proibiti del piacere, della gelosia e del delitto.
Precoce dramma romantico, l’Otello ben si presta alla lettura provocatoria edeccessiva elaborata da Monteverde, in cui anche certe forzature enfatiche diDvořák trovano pertinente collocazione fungendo da sottile contrappunto ironicoall’azione dei personaggi.
17 E 18
DICEMBRE
INDOVINA CHI
VIENE A CENA?
di William Arthur Rose
adattamento Mario Scaletta
con Cesare Bocci, Vittoria Belvedere
regia Guglielmo Ferro
produzioneAcast - Quirino
Guglielmo Ferro riporta in scena la stupenda commedia che fu interpretata (al cinema) dai due mostri sacri Katharine Hepburn e Spencer Tracy.
Il tema, quello di un matrimonio misto, allora fece scalpore nell’America di fine anni Sessanta, ma oggi è più che mai di attualità in una società sempre più multietnica.
Il soggetto di William Arthur Rose ha quasi mezzo secolo, ma anche grazie all’adattamento di Mario Scaletta si presenta come un testo fresco e attualissimo.
“Quando mi hanno proposto questo lavoro ne sono subito stato entusiasta – nota Guglielmo Ferro – si tratta di un testo brillante, che però trasmette un messaggio a forte connotazione sociale. L’adattamento di Scaletta ha inoltre sfrondato tutta una parte strettamente legata agli anni Sessanta, per farne un testo estremamente attuale, anche nel linguaggio più crudo e diretto. Si parla dunque di differenze e di comprensione, termine, quest’ultimo, che preferiamo a quello più restrittivo di tolleranza”.
13 E 14
GENNAIO
IL BIRRAIO
DI PRESTON
tratto dal romanzo di Andrea Camilleri
pubblicato da Sellerio editore
riduzione teatrale di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi
e con [in o.a.]Gabriella Casali, Pietro Casano, Luciano Fioretto
Federica Gurrieri, Paolo La Bruna, Giorgia Migliore, Valerio Santi, Vincenzo Volo
regia Giuseppe Dipasquale
scene Antonio Fiorentino
costumi ripresi da Stefania Cempini e Fabrizio Buttiglieri da un’idea di Gemma Spina
produzione Marche Teatro, Teatro Al Massimo di Palermo, Teatro di Roma
Il primo rapporto con il teatro data, nella mia vita, all’incirca dal 1949. Da questo momento in poi, si può dire, non ci siamo mai lasciati. Il movente fu un sentimento tipico di certa gioventù inquieta, tra la noia e la curiosità.
Del teatro già da subito mi attraeva lo sperimentalismo linguistico, più che quello teatrale. Per primo, posso dire, ho sperimentato nei teatri cosiddetti minori autori come Beckett e Adamov. Le altre mie regie teatrali, circa un centinaio, hanno spaziato su repertori diversi per prospettiva e storia.
Non ho scritto di teatro, come sarebbe sembrato normale, ma nel ‘67, volendo aprire un capitolo nuovo della mia creatività, scrissi II corso delle cose, che venne puntualmente rifiutato da dieci editori.
Oggi posso assistere a come il pubblico reagisce di fronte ad un drammaturgo di se stesso che ha già conosciuto come scrittore.
Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da localizzare scenicamente il tutto in un luogo che fosse ad un tempo un teatro (quello, per esempio, dove poteva essere avvenuto l’incendio) e il luogo dell’azione del racconto.
Sono stato per lungo tempo un regista per non capire quante insidie si nascondono nella trasposizione scenica di un’opera letteraria. Ci sembra, questa volta, di avere fatto il possibile affinché l’opera, lo spirito, l’ironia del romanzo siano state conservate. Per il resto non posso che essere d’accordo con quell’altro mio illustre conterraneo, quando diceva che l’opera dello scrittore finisce quando comincia quella del regista.
Pirandello amava dire che il lavoro dell’autore terminava quando egli riusciva a mettere la parola “fine” alla scrittura teatrale. Bene, questo copione ha la parola fine, messa nell’ultima pagina. Tuttavia mi sento di chiosare il buon Luigi: è proprio nella messa in scena che inizia un nuovo viaggio del testo, sempre diverso e sempre nuovo, sempre imprevedibile, sempre disperatamente esaltante. Per questo il confine del teatro è come l’orizzonte dei viaggiatori nei mari d’Oceano: sempre presente, mai raggiungibile.Andrea Camilleri
Ci troviamo in un piccolo paese siciliano, che nella topografia camilleriana è il solito Vigàta, durante la seconda metà dell’Ottocento. L’occasione è data dal fatto che è necessario inaugurare il nuovo teatro civico “Re d’Italia”.
Il prefetto di Montelusa, paese distante qualche chilometro, ma odiato dagli abitanti di Vigàta perché più importante e perché sede della Prefettura, si intestardisce di inaugurare la stagione lirica del suddetto teatro con un’opera di Ricci. Nessuno vuole la rappresentazione di quel lavoro, tra l’altro realmente scadente.
Il Prefetto obbliga addirittura a dimettersi ben due consigli di amministrazione del teatro pur di far passare quella che lui considera una doverosa educazione dei vigatesi all’Arte, per seguirli paternamente nei primi passi verso il Sublime.
Si arriva quasi a una guerra civile tra le due fazioni: da un lato i vigatesi che, con quel naturale e tutto siciliano senso di insofferenza verso tutto quello che sappia di “forestiero” (e il Prefetto Bortuzzi lo è!), decidono di boicottare l’ordine prefettizio; e dall’altra il prefetto Bortuzzi con Don Memè Ferraguto, al secolo Emanuele, cinquantino, sicco di giusto peso, noto uomo d’onore del luogo, sempre alleato al potere per atavica e pura convenienza. Da ciò si diparte una storia divertentissima e al tempo stesso tragica, che culmina nell’incendio del teatro.
Una narrazione interessante per il suo intreccio e intricata nello sviluppo specie quando compaiono sulla scena i dinamitardi che hanno il compito di dare al boicottaggio di quell’inaugurazione la fisionomia di un messaggio a livello nazionale: dovranno infatti far esplodere il teatro per convincere il governo che anche la Sicilia è allineata, contro lo Stato, a favore dei Carbonari.
La turbolenta vicenda si incastra con quella del Delegato Puglisi e della sua amante, la cui sorella ha trovato atroce morte proprio in seguito all’incendio del teatro, della cantante Maddalena Paolazzi vittima una delle più clamorose “stecche” nella storia del bel canto, del Dottor Giammacurta, dell’avvocato Fiannaca, dell’ingegnere Hoffer e di tanti altri.
La vicenda narrata è una vicenda esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del testo. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature.
Questa Sicilia che non dimentica i morti, non dimentica i mali letali che cercano di consumarla inesorabilmente dal di dentro, che non dimentica il tradimento verso valori appartenuti a se stessa quando era culla di una civiltà, questa Sicilia oggi può senza timore ricominciare a parlare di se stessa con la necessaria ironia e distacco, affinché l’autocompiacimento delle virtù come dei vizi e dei dolori, non costituisca lo stagno dal quale diviene difficile uscire.
24 E 25
FEBBRAIO
TI SPOSO MA
NON TROPPO
una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta
con Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta
e con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari
assistente alla regia Malvina Ruggiano
scene Alessandro Chiti
costumi Rosalia Guzzo
musiche Stefano Switala
luci Maximiliano Lumachi
produzione ArtistiAssociati - Centro di produzione teatrale
E voi siete pronti ad innamorarvi di nuovo?
Dopo il successo travolgente di Scusa sono in riunione... ti posso richiamare?, un nuovo, imperdibile spettacolo che ridefinisce il concetto di commedia romantica. Ti sposo ma non troppo non è solo una storia d'amore: è uno specchio graffiante e illuminante delle relazioni contemporanee, un testo che intreccia leggerezza e profondità per raccontare le complessità del cuore umano.
I protagonisti sono quattro individui che, superati i quarant'anni, si trovano a navigare in acque sentimentali inquiete, in un'epoca in cui nulla è più garantito.
Andrea (Vanessa Incontrada) è una donna innamorata e madre devota, sconvolta dal tradimento del marito.
Luca (Gabriele Pignotta), fisioterapista divorziato, si barcamena tra l'amore per sua figlia e le illusioni delle app di incontri. Carlotta e Andrea (Siddhartha Prestinari e Fabio Avaro), sposati da 15 anni, affrontano una crisi matrimoniale che mette in discussione tutto ciò che credevano di sapere sull'amore.
In un intreccio brillante e sorprendente, le vite dei quattro si scontrano e si trasformano. Emozioni dimenticate riaffiorano, crisi esistenziali si intrecciano a risate spiazzanti, e gaffe esilaranti lasciano spazio a momenti di verità illuminanti. Mentre tutto sembra precipitare verso una resa dei conti inevitabile, il desiderio di amare e sentirsi vivi si fa strada con forza, anche quando sembrava impossibile.
Ma la vera domanda è: siamo davvero diventati inadatti a costruire relazioni stabili, o è l'amore stesso a richiedere un'evoluzione personale che non abbiamo il coraggio – o il tempo – di affrontare?
Dopo il grande successo cinematografico del 2014, Ti sposo ma non troppo approda ora sui palcoscenici italiani in una veste completamente rinnovata, attuale e ricca di emozioni. Preparati a ridere, riflettere e – perché no – a innamorarti di nuovo. E tu, sei pronto a metterti in gioco?
7 E 8
MARZO
LE FUGGITIVE
di Pierre Palmade, Christophe Duthuron
traduzione Giulia Serafini
con Paola Quattrini,Gaia De Laurentiis
regia, ideazione scenografica e disegno luci Stefano Artissunch
assistente alla regia Lorenzo Artissunch
agenzia diritti D'Arborio 1902 srl
elementi scenici Giuseppe Cordivani
costumi EMILIANO SICURO
produzione e distribuzione Danila Celani per Synergie Arte Teatro
Commedia brillante ed intelligente che racconta la storia di due donne, Margot eClaudia, che si incontrano in una situazione curiosa: entrambe cercano di "fuggire"dalle loro vite ma per motivi diversi.
La storia si sviluppa in una notte durante la quale le due donne si incrociano lungo lastrada. Margot, la donna più giovane, sta scappando da casa per sfuggire alla noia eai conflitti familiari. Claudia, più anziana, sta cercando di rifarsi una vita dopo unevento traumatico. Nonostante le differenze di età, personalità e motivazioni, le due
donne formano un'improbabile amicizia e si ritrovano a condividere le loroesperienze, i loro sogni e le loro paure.
La commedia affronta temi come la solitudine, l'amicizia, il desiderio di libertà e laricerca di sé, ma lo fa in modo leggero, con dialoghi ironici e momenti divertenti,tipici dello stile di Pierre Palmade, conosciuto per il suo talento comico. Il contrastotra i caratteri di Margot e Claudia rende la commedia dinamica ed il pubblico vieneportato a riflettere su come, a volte, le circostanze della vita possano unire personemolto diverse.
Con Le Fuggitive desidero raccontare una storia di fughe ed incontri, dovedue donne profondamente diverse si ritrovano, per caso, a condividere unmomento cruciale della loro vita. Il mio obiettivo è mettere in scena ilcontrasto tra Margot e Claudia, ma anche il modo in cui, nel corso dellospettacolo, le loro differenze si trasformano in inaspettata complicità.
Gaia De Laurentiis, con la sua freschezza e vitalità, incarnerà una Margotvivace, impulsiva ed alla ricerca di sé.
Paola Quattrini, con la sua profonda sensibilità ed ironia, darà vita ad unaClaudia più riflessiva e vulnerabile, ma ancora capace di stupirsi.
Il ritmo della commedia sarà scandito da momenti brillanti e dinamici fatti dirisate, ma anche di riflessioni sul senso di libertà e sul bisogno di essereveramente sé stessi.
Stefano Artissunch
24 E 25
MARZO
LUNGO VIAGGIO
VERSO LA NOTTE
di Eugene O’Neill
adattamento Chiara De Marchi
con Gabriele Lavia,Federica Di Martino
e conJacopo Venturiero, Ian Gualdani, Beatrice Ceccherini
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Andrea Nicolini
luci Giuseppe Filipponio
suono Riccardo Benassi
produzione Effimera – Fondazione Teatro della Toscana
Scritto tra il 1941 e il 1942 (prima assoluta nel febbraio 1956 a Stoccolma) Lungo viaggio verso la nottedopo la morte dell’autore vinse il Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1957 ed è considerato il capolavoro del drammaturgo statunitense. Ha avuto numerose messe in scena in tutto il mondo, con la prima in Italia nel 1957 al Teatro Valle di Roma a cura di Renzo Ricci. Dell’opera, Sidney Lumet diresse la regia per il primo adattamento cinematografico nel 1962 con Katharine Hepburn e Ralph Richardson.
Long day’sjourneyinto nightè il titolo che Eugene O’Neill dà alla sua opera centrale, alla sua opera-confessione.
(Il padre di O’Neill era stato un attore di grande successo, come il protagonista della sua opera teatrale).
La casa-prigione della “famigliaccia” che O’Neill ci racconta, in fondo, è proprio casa sua.
E qui sta il cammino tortuoso di una possibile messa-in-scena-viaggio di quest’opera, davvero amara, scritta da O’Neill ormai vicino alla morte per fare “un viaggio all’indietro” nella sua vita. Un viaggio impietoso dentro l’amarezza di un fallimento senza riscatto.
Le vite degli uomini sono fatte di tenerezza e violenza. Di amore e disprezzo.
Comprensione e rigetto. Di famiglia e della sua rovina. Gabriele Lavia
14 E 15
APRILE
SABATO, DOMENICA
E LUNEDÌ
commedia in tre atti di Eduardo De Filippo
con Teresa Saponangelo, Claudio Di Palma
e con Pasquale Aprile, Alessandro Balletta
Anita Bartolucci, Francesco Biscione, Paolo Cresta
Rossella De Martino, Renato De Simone
Antonio Elia, Maria Cristina Gionta, Gianluca Merolli
Alessandra Pacifico Griffini, Paolo Serra,MersilaSokoli
regia Luca De Fusco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
aiuto regia Lucia Rocco
produzione Teatro di Roma -Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Biondo di Palermo, LAC Lugano Arte e Cultura
Dei massimi capolavori del teatro di Eduardo Sabato, domenica e lunedì è il testo più borghese, quasi cechoviano; la sua conclusione lieta sembra la meno agrodolce, la più sinceramente solare. L’autore dice che anticipa il tema del divorzio, ma a me non sembra. Talvolta l’opera acquista un valore autonomo dalle intenzioni del creatore. Io penso invece che la lieta riconciliazione di Rosa e Peppino ci commuova oggi forse più di ieri perché evidenzia la capacità di questa grande famiglia di comporre i conflitti. Appena esplode un temporale zia Memé si trasforma da anticonformista in angelo del focolare e i figli, invece di mostrare traumi che si trascineranno per il resto dei loro giorni (come saremmo portati a pensare oggi), sdrammatizzano la plateale litigata dei genitori. Tutti poi sono molto attenti a proteggere il nonno dalle amarezze di una domenica sbagliata. Insomma la famiglia De Piscopo è una vera famiglia, compatta e affezionata ai propri rituali. Ci commuove anche perché sa curare le proprie ferite e tiene alla salute del gruppo come ad un valore. Le donne, com’è giusto che sia, non preparano più la camicia e i calzini ai mariti e non dedicano più ore ed ore alla preparazione del mitico ragù. Quella famiglia si reggeva però su un equilibrio, che non abbiamo ancora ritrovato. Che dire poi della tenerezza che ci fanno Rosa e Peppino? Una che va in crisi per la competizione culinaria con la nuora, l’altro che si inventa una gelosia tolstoiana sul nulla.
Rileggendo questo capolavoro ci viene da rimpiangere più l’equilibrio perduto che l’anticipazione dei futuri conflitti. Ed emerge forse il rimpianto di Eduardo per una famiglia “normale”, da lui mai avuta.
Dal punto di vista della scrittura scenica, mai come stavolta, cercherò di essere un regista-interprete, che non si azzarda a spostare una nota della partitura, come un buon direttore d’orchestra, piuttosto che un regista-demiurgo che tende a diventare il vero autore dello spettacolo.
Nel 2018 misi in scena Sabato, domenica e lunedì nel celebre Teatro Vachtangov di Mosca. In quel caso decisi di usare una mano registica molto lieve, partendo dal presupposto che il pubblico russo non conoscesse la commedia, mai messa in scena, fino ad allora, nella loro lingua. Più vado avanti nel lavoro e più mi convinco che questo atteggiamento sia giusto anche in Italia.
Sia perché sono quasi venticinque anni che non viene rappresentata nel nostro paese, sia perché penso che Eduardo sia come Goldoni: si può interpretare, ma non stravolgere.
Siamo ormai abituati a far coincidere la parola “inquietante” con una definizione elogiativa di uno spettacolo. Ma non è così. Non è detto che far sorridere significhi far uscire dal sentiero dell’arte teatrale: Goldoni, Mozart, Cimarosa lo sapevano bene. E anche noi dobbiamo talvolta ricordarlo.
Luca De Fusco
28 E 29
APRILE
GREASE
di Jim Jacobs e Warren Casey
traduzione Michele Renzullo
adattamento Saverio Marconi
liriche italiane Franco Travaglio e Michele Renzullo
con Eleonora Buccarini, Tommaso Pieropan
regia Saverio Marconi
regia associata Mauro Simone
scene Gabriele Moreschi
costumi Chiara Donato
coreografie Gillian Bruce
disegno luci Valerio Tiberi
disegno fonico Enrico Porcelli
direzione musicale e arrangiamenti vocali Gianluca Sticotti
arrangiamenti e orchestrazioni Riccardo Di Paola
produzione Compagnia della Rancia
Grease è una festa travolgente che accende le platee italiane e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: un cult intergenerazionale che, dopo aver superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, si rinnova a ogni stagione, è sempre più attuale ed è amatissimo anche dalle nuove generazioni che si immedesimano in una storia d’amore e di amicizia senza tempo, dal messaggio inclusivo.
Il musical ha debuttato a Broadway nel 1971, nel 1978 segue ilfilm campione di incassi che consacra John Travolta e Olivia Newton-John nei ruoli dei due protagonisti, e dopo più di cinquant’anni l’energia elettrizzante continua a vivere sui palchi di tutto il mondo: l’amore adolescenziale tra Danny e Sandy, che nasce nelle “sere d’estate” e risuona tra le note dell’inconfondibile colonna sonora - tra cui brani indimenticabili come Restiamo Insieme, GreasedLightnin e Sei perfetto per me, a ritmo di rock’n’roll.
FUORI ABBONAMENTO
16 GENNAIO
CARMEN
con Balletto di Milano
musiche Georges Bizet
liberamente ispirato alla novella diProsper Merimee
coreografie Agnese Omodei Salè, Federico Veratti
scenografia Marco Pesta
Impreziosita nelle scene e nei costumi, la Carmen del Balletto di Milano si conferma tra le produzioni piùattese della stagione. Carmen, bella e anticonformista, passionale e desiderata, che sfida chiunque vogliasottometterla, e il Destino, così ben descritto dall’onnipresente leitmotiv della musica, sono i protagonistidell’esclusiva versione del Balletto di Milano. Un’ammaliante faccia a faccia in cui Carmen comprenderà che l’unico modo per vivere come desidera è piegarsi a Lui, al fatum, e accettare la morte imminente che le è stata annunciata dalle carte.
È il confronto/scontro tra la gitana simbolo di femminilità e l’inquietante figura che conduce la vicenda sindalla prima scena. È infatti il Destino a mettere sulla strada di Carmen prima Don Josè e successivamente Escamillo, a svelarsi man mano attraverso i simboli delle carte (l’amore, il tradimento, la morte), ad armare la mano di Don Josè e, nel finale, a portare Carmen con sè. Don Josè, il torero Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di questo balletto ricco di coreografie coinvolgenti: dalla celeberrima Habanera, agli appassionati pas de deux, alle tante e vivaci danze d’assieme di Gitani, Soldati e Sigaraie realizzate sulle stupende musiche di Georges Bizet. Tradizione e modernità convivono anche nel clima d’energia dell’originale messinscena di Marco Pesta. La produzione non tradisce le aspettative per la tradizione, restando fedele alla novella di Prosper Mérimée e all’opera di Georges Bizet.
RAGAZZI
23 NOVEMBRE
ROBIN HOOD
LA STORIA DI ROBERTO DI LEGNO
CHE COLPIVA SEMPRE NEL SEGNO
con Giacomo Dimase ed Enrico Desimoni
regia Enrico Messina
assistenza regia, luci e suono Simone Guerro
produzione Teatro Giovani Teatro Pirata,Armamaxa Teatro
spettacolo consigliato da 5 anni
Ladro e brigante, bandito e gentiluomo, il “miglior arciere d’Inghilterra”, sceglie di stare fuori dalle regole e incarna la figura di chi ha il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie e alle prepotenze. Brigante e paladino insieme, ruba ai ricchi per dare ai poveri, sta dalla parte degli ultimi e dei disperati. Un personaggio affascinante e attuale, proprio come le ragioni che ne motivano le scelte e le azioni. Difensore del popolo angariato dai potenti, coraggioso furfante che ignora i vincoli del diritto, Robin rappresenta l’aspirazione universale dell’uomo alla libertà e alla giustizia: le sue gesta manifestano la ricerca e l’affermazione di una dignità che riscatti una vita marginale e degradata.
Raccontare oggi la storia di Robin Hood offre, dunque, l'occasione di riflettere sulle regole. Con i modi di un teatro essenziale, i due attori parlano ai piccoli con il linguaggio del racconto per avvicinarli alla dimensione dell’ascolto; evocano la storia di Robin e, come cantastorie da piccolo borgo, la trasformano, la re-inventano e ci giocano, se la cuciono addosso e ci si ritrovano dentro, bambini anche loro, impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio come Robin Hood e il suo compagno Little John.
RAGAZZI
8 DICEMBRE
LA BOTTEGA DEI
GIOCATTOLI
testo e regia Sandra Novellino e Delia De Marco
con Delia De Marco,Antonio Guadalupi, Savino Maria Italiano, Sara Pagliaro
voci registrate Anna Ferruzzo e Giovanni Guarino
scene, costumi e disegno luci Maria Pascale
musiche originali Mirko Lodedo
produzione Crest Teatro
spettacolo consigliato da 3 anni
Storie intorno a giocattoli che si animano di vita propria abitano da sempre le fantasie dei bambini, che naturalmente giocano dando un’anima agli oggetti.
La nostra storia accade in una bottega di giocattoli, e le botteghe di giocattoli non sono forse delle città nelle quali i giocattoli vivono come delle persone? O meglio, le città non sono forse delle botteghe di giocattoli nelle quali le persone vivono come dei giocattoli? C’è sempre una bambola più bella e c’è la bambola invidiosa, un orsacchiotto che si innamora e un soldatino geloso, una mamma cattiva e una buona fata, giostre e macchinine che non si stancano di girare. Un mondo parallelo che aiuta i bambini a fare esperienza di emozioni, imparando a non perdere “la bussola”, passando dalla gioia alla delusione, dalla malinconia all’allegria, dall’amore al risentimento. Una città solitamente notturna, perché vive nel profondo dei sentimenti. Non solo infantili. Lo spettacolo prende corpo anche dalle musiche originali di Mirko Lodedo, vero tappeto sonoro di azioni, danza e racconto che danno vita ai giocattoli. O sono i giocattoli a dar vita agli attori? Lo scoprirete solo visitando la nostra bottega.
RAGAZZI
25 GENNAIO
CENERENTOLA
ROSSINI ALL’OPERA
di Pasquale Buonarota, Nino D’Introna e Alessandro Pisci
musiche Gioachino Rossini
adattamento musicale e al pianoforte Diego Mingolla
con Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Mirjam Schiavello
regia Nino D’Introna
scene Lucio Diana
costumi Roberta Vacchetta
trasformazioni a cura di Studio Mutazioni/ Michele Guaschino
creazione luci Nino D’Introna in collaborazione con Emanuele Vallinotti
produzione Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani
in collaborazione con Unione Musicale Onlus e con C.ie Nino D’Introna
spettacolo consigliato da 5 anni
Con Cenerentola entriamo nel mondo dell’opera, per assistere alle vicende di un grande compositore, Gioachino Rossini, colto nel momento della creazione artistica. Viene immaginato immerso nel suo mondo musicale, nella sua quotidianità, travolto dagli impegni, ossessionato dal cibo e dalla pigrizia. In scena ci sono tre personaggi: la Musica, personificata dal maestro Rossini, le Parole, cioè il librettista Jacopo Ferretti, e il Canto, ovvero una giovane ragazza di nome Angelina che sta facendo le pulizie in teatro e aiuta i due artisti ottocenteschi a unire musica, parole e canto nell’opera lirica La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo, che diverrà famosa in tutto il mondo. Tre personaggi che giocano in una girandola di emozioni, intrecciandosi come fili a comporre immagini, quadri poetici surreali e comici sulla trama della celebre fanciulla che perde la scarpetta.
Lo spettacolo fa parte del progetto Favole in Forma Sonata, percorso di avvicinamento alla musica tramite il confronto tra le forme musicali classiche e le forme narrative teatrali.
RAGAZZI
21 FEBBRAIO
PERARIA
coreografie e creazione scenica Giorgio Rossi
drammaturgia e testi originali Savino Maria Italiano
interpreti Savino Maria Italiano, Verdiana Gelao e Anna Di Bari
musiche Livio Minafra
costumi Roberta Vacchetta
scenografie Gisella Butera e Matilde Gori / Atelier di scenografia Zaches
sostegni residenziali Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia - CapoTrave/Kilowatt)HOME Centro Creazione Coreografica, Comune di Barletta
Teatro Fonderia Leopolda Comune di Follonica
Ad Arte Spettacoli, Zaches Teatro e Ass. Amici di Duccio
ringraziamenti Azioni in Danza/Barletta, Olga Mascolo
produzione Associazione Sosta Palmizi,I Nuovi Scalzi
spettacolo consigliato da 5 anni
Con la libertà di spirito tipica dell’infanzia, la leggerezza e profondità della fantasia, una piccola stanza può diventare un luogo di grandi avventure: a occhi chiusi e orecchie ben aperte, l’aria e il vento ci spifferano storie incredibili! Ci possono trasportare in quello strano paese, Anarea, il paese senza venti dove tutto è fermo e riuscire a muoversi è una sfida affascinante. O nel Paese dei Cappelli Volanti, dove le folate di vento sono talmente forti da scambiare i cappelli e le identità delle persone! PerAria ci accompagna in un mondo dove la logica degli adulti diventa sempre più rarefatta e lascia spazio alla curiosità, allo stupore, alla creatività, al gioco e alle emozioni, invitando lo spettatore a diventare più leggero e a stare (…almeno per la durata dello spettacolo) un po’ di più con la testa perAria!
L’idea dello spettacolo nasce dal desiderio di realizzare un omaggio alla vita, alla leggerezza e alla spensieratezza del vivere. Gli autori si sono lasciati ispirare da aria e vento come veicoli e conduttori di esperienze ed emozioni creando una narrazione matrioska che contiene al suo interno altre storie create da un’illogica, stimolante e vorticosa curiosità propria dell’infanzia e della creatività.
RAGAZZI
14 MARZO
CONTROVENTO
STORIA DI ARIA, NUVOLE
E BOLLE DI SAPONE
di e con Michele Cafaggi
musiche originali Marco Castelli
regia TedLuminarc
scenografie Officine Cervino
grafica e decorazioni Izumi Fujiwara e Stefano Turconi
produzioneStudio Ta-Daa!
spettacolo consigliato da 3 anni
Difficile non è partire contro il vento, ma casomai senza un saluto. Ivano Fossati
Oggi è grande festa in Teatro!
È il 15 luglio del 1913 e sul palco c’è un bellissimo biplano, interamente costruito dal nostro aviatore in persona che, dopo un breve discorso, partirà per la grande avventura!
Tra lo scetticismo di alcuni e l’entusiasmo di altri il nostro eroe si alzerà presto in volo e ci porterà in mondi sconosciuti, meravigliosi e lontani, forse troppo lontani.
Raffiche di vento, morbide e schiumose nuvole, gigantesche bolle di sapone ci porteranno in un viaggio al di là dei confini terrestri, in compagnia del nostro eroe aviatore. Un moderno Icaro, spaventato e coraggioso, spericolato e pasticcione, ma determinato a realizzare i suoi propostiti a costo di dover sacrificare le cose a lui più care. Dedicato a tutti i sognatori, più o meno eroici, che non hanno mai lasciato nulla di intentato.
ABBONAMENTI [8 spettacoli]
13 - 18 ottobre prelazione con conferma turno e posto
20 - 22 ottobre prelazione con possibilità di cambio turno e/o posto
dal 29 ottobre nuovi abbonamenti
platea e palco centrale di I e II ordine 205 euro
palco laterale I e II ordine, palco centrale III ordine 170 euro
palco laterale III ordine, palco IV ordine 140 euro
speciale studenti* 105 euro
BIGLIETTI
dal 15 novembre vendita biglietti per tutti gli spettacoli
spettacoli in abbonamento &Carmen (fuori abbonamento)
platea e palco centrale I e II ordine 28 euro ridotto 23 euro
palco laterale I e II ordine, palco centrale III ordine 23 euro ridotto 19 euro
palco laterale III ordine, palco IV ordine 19 euro ridotto 16 euro
loggione 14 euro ridotto 11 euro
speciale studenti* 14 euro
Grease
platea e palco centrale I e II ordine 35 euro ridotto 30 euro
palco laterale I e II ordine, palco centrale III ordine 30 euro ridotto 25 euro
palco laterale III ordine, palco IV ordine 25 euro ridotto 20 euro
loggione 20 euro ridotto 15 euro
speciale studenti* 20 euro
* riservato agli studenti delle scuole medie superiori e universitari, nei posti di palco laterale III e IV ordine
riduzionevalida fino a 25 anni e oltre 65 anni, possessori Marche Cultura Card e Carta Regionale dello Studente per Otello e Carmen riduzione valida anche per iscritti scuole danza
RAGAZZI
NUOVI ABBONAMENTI[5 spettacoli]
dal 13 ottobre
posto unico numerato 35 euro 17 euro ridotto fino a 14 anni
BIGLIETTI
dall’8 novembre
vendita biglietti per tutti gli spettacoli
posto unico numerato 8 euro 4 euro ridotto fino a 14 anni 0,50 euro da 0 a 3 anni
BIGLIETTERIA DEL TEATRO
0736 298770
dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30
nei giorni di spettacolo il botteghino del teatro, inoltre, sarà aperto nei 45 minuti precedenti l’inizio della rappresentazione
INIZIO SPETTACOLI
STAGIONEferiali ore 20.30; domenica ore 17.30
RAGAZZI ore 17.30
VENDITA ONLINE
www.vivaticket.com
l’acquisto online comporta un aggravio del costo in favore del gestore del servizio
INFORMAZIONI
Biglietteria del Teatro 0736 298770 | www.comune.ap.it
AMAT 071 2072439 | www.amatmarche.net
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SAGRA DELLA POLENTA - SANTA MARIA IN SELVA TREIA
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