REDAZIONALE La popolarità degli e-commerce e l'impatto sulle economie locali

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Dal 04/12/2023 - Al 04/12/2024

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La popolarità degli e-commerce e l'impatto sulle economie locali 
Negli ultimi anni gli e-commerce sono diventati sempre più popolari, dall’espensione dei grandi conglomerati come Amazon (nato nel 1994 come Cadabra) fino ad arrivare ai piccoli brand e venditori indipendenti che cominciano a farsi strada nel mondo digitale. Questa crescita incessante è dovuta tra i diversi fattori da una convenienza economica e di tempo. Infatti basta pensare a quanto costa un libro comprato su Amazon, rispetto all’edizione acquistata nella libreria indipendente del quartiere. Ma non solo, con le nuove tecnologie e metodi di distribuzione, l’esperienza di acquisto diventa sempre più semplice ed efficente, creando notevoli vantaggi rispetto all’acquisto in negozio. Cosa comporta però questo? Uno delle conseguenze più negative è l’impatto sui negozianti indipendenti, che spesso fanno affidamento su un supporto locale, faticano a stare al passo con la competizione e un’economia sempre più delocalizzata e rarefatta. 
L’ascesa dell’e-commerce 
La storia del commercio elettronico o e-commerce è strettamente connessa alla storia di Internet. Le prime basi per questo metodo di commercio sono state poste negli anni ‘70, con tecnologie come EDI e telecommercio, fino ad arrivare ai primi anni ‘90 con la popolarizzazione di Internet e la nascita di uno dei primi e-commerce, Amazon. Con il tempo questo metodo di vendita e consumo è cresciuto sempre di più, grazie anche alla nascita e sviluppo di smartphone e app, che hanno permesso di rendere l’esperienza sempre più portatile, veloce e conveniente. Un’altra evoluzione tecnologica non da poco è anche lo sviluppo dei metodi di pagamento online, dalla sicurezza di Paypal alla velocità di Apple Pay, pagare online non solo non ci fa più paura, ma diventa anche questione di pochi secondi. Un ulteriore motivazione è il comportamento dei consumatori, cambiato notevolmente negli ultimi anni e guidato ormai più dall’acquisto di esperienze, piuttosto che beni di consumo. Non solo, anche quando si tratta di acquistare prodotti, le persone preferiscono comprarne online, tanto che Statista parla di 1.92 bilioni di consumatori online mondiali negli ultimi sette anni. 
Business locali nel mondo digitale 
Che impatto ha quindi avuto lo sviluppo dei negozi online su i business locali? Sicuramente ci sono sia lati positivi che lati negativi nella digitalizzazione del commercio. Soprattutto, quando si parla di negozi locali e indipendenti, la presenza di un’ampia scelta online, con spesso anche un abbattimento dei costi nella grande distribuzione, porta a una competizione per questi irraggiungibile. Anche solo la disponibilità maggiore di prodotti online, porta meno persone a visitare questi negozi, che essendo spesso in luoghi meno popolati, finiscono per diventare deserti. L’impatto su questi tipi di business può però variare, rispetto per esempio alla loro presenza online e al tipo di prodotto fornito. In alcuni casi infatti questi stessi possono sfruttare la digitalizzazione dell’esperienza di acquisto, facendo si di raggiungere un mercato più vasto ampliando il proprio target. Per esempio un agriturismo, vendendo i propri prodotti online potrà sfruttare il via vai di clienti, che non solo consumeranno e compreranno i prodotti in loco, ma potranno diffodere la voce e creare mercati di acquisto nazionali e internazionali che prima erano possibili sono con distributori specializzati e costosi. Allo stesso modo un ristorante potrà aumentare il numero dei propri ‘coperti’ usufruendo delle app di delivery. 
E-commerce e il mercato del lavoro 
Gli e-commerce hanno avuto anche un grosso impatto sui lavoratori di business locali e non. Puntando a un’esperienza sempre più digitalizzata, aziende hanno eliminato un gran numero di posti di lavoro, trasformandoli in una quantità minore di lavori più specializzati, dove è necessario avere competenze specifiche di amministrazione, analisi dati, ingegneria elettronica e così via. Alcuni nuovi lavori che ha creato questo tipo di vendita sono ad esempio il servizio clienti online, operazioni di magazzino, lavori di amministrazione, marketing digitale, sviluppo del prodotto e logistica. Non solo quindi i lavori cambiano, ma anche il tipo di contatto che c’è tra il lavoratore e il cliente. Il lavoratore non è più l’appassionato conoscitore del prodotto che vende in persona entrando in relazione diretta con il cliente, ma è un impiegato di ufficio, con meno strumenti per interagire con colui che all’ultima fase della filiera. 
E-commerce e intrattenimento online 
Sulla base dei negozi online, si sono anche sviluppato diversi formati e tecnologie che hanno portato ad altri tipi di translazioni dal fisico al virtuale, come ad esempio è successo nell’intrattenimento. Possiamo pensare al modello Blockbuster, che è diventato per presto Netflix, nella sua versione digitale. Oppure ai videogames, un tempo comprati in dischetto e che invece ad oggi si trovano su negozi online. Ma ancora lo possiamo vedere con le sale di gioco d’azzardo, trasformate in siti per giocare al casinò. Questa diffusione dell’offline nell’online ha portato anche a una lenta consapevolezzazione degli utenti, che grazie a leggi ed educazione hanno cominciato a imparare i rischi legati a l’ampia rete digitale. Soprattutto rispetto ai casinò online è infatti importante fare attenzione sia alle truffe, che ad assumere pratiche sicure, giocando con moderatezza e secondo le proprie capacità economiche. 
Sicuramente non possiamo demonizzare l’evoluzione digitale del commercio, essendo questa qualcosa che può anche aiutare venditori locali a espandersi e farsi conoscere a più ampio raggio. È importante però riconoscere come questi possano anche essere dannosi se non si crea un equilibrio tra online e offline, tendendo a un’estrema digitalizzazione del consumo, che rischia di alienare e individualizzare l’esperienza umana, perdendo ciò che di bello c’è nei negozi locali, la comunità che creano

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